Dirigenza regionale di terza fascia: verso la revoca degli incarichi?

Addio agli incarichi dirigenziali della cosiddetta terza fascia della Regione siciliana? In queste ore febbrili, mentre Sala d’Ercole dovrebbe proseguire il dibattito su Bilancio e Finanziaria 2013, le indiscrezioni corrono e si rincorrono. L’unica cosa certa di questo problematico passaggio politico e parlamentare è che il Governo e l’Ars sono alla disperata ricerca di soldi.

I conti, come abbiamo provato a raccontare stamattina, non tornano. Si profila un’impugnativa degli uffici del Commissario dello Stato. Se le cose andranno così – e tutto lascia intendere che l’epilogo potrebbe essere questo – il Governo e il Parlamento siciliano dovranno reperire 700 milioni di euro. Salvaguardando il precariato e i forestali, pena una rivoluzione sociale incontrollabile.

Da qui l’ipotesi, che in realtà circola da tempo, di togliere gli incarichi dirigenziali a tutta la terza fascia. Per la cronaca, va ricordato che la terza fascia dirigenziale è stata introdotta con la legge regionale n. 10 del 2000. Quando circa 2 mila soggetti, in una notte, sono stati ‘promossi’ dirigenti regionali.

Sempre per la cronaca, va detto che, tutte le volte che raccontiamo questa storia, qualche nostro lettore ci ricorda che una parte di questi 2 mila dirigenti avevano già vinto il concorso ed erano già dirigenti.

In ogni caso, con il passare degli anni, questi dirigenti di terza fascia hanno ‘colonizzato’ tutti gli uffici della Regione siciliana. Anche alcuni dirigenti generali provengono dal bacino della terza fascia.

Va detto, sempre per la cronaca, che non tutti i mille e 800 dirigenti della Regione – mille e 900 secondo i parlamentati del Movimento 5 Stelle – svolgono incarichi dirigenziali. A quanto si sa, la metà svolgerebbe il ruolo di dirigente, gli altri mansioni imprecisate.

Ora torna in auge la notizia – o meglio, l’indiscrezione – stando alla quale Governo e Ars si accingerebbero a revocate gli incarichi dirigenziali a tutta la terza fascia. Sarà così?

Il finale di questa storia, ovviamente, è ancora tutto da scrivere. Ma non può essere taciuto un elemento che dovrebbe far riflettere. Un particolare che riguarda sia i mille e 800 (o 900) dirigenti regionali di terza fascia, sia le organizzazioni sindacali, a cominciare dalle Funzioni pubbliche di Cgil e Cisl, per finire a tutte le sigle più o meno autonome.

Negli uffici della Regione operano, oltre ai dirigenti di ruolo, anche i dirigenti esterni alla stessa Regione siciliana. Questi dirigenti non vanno confusi con i soggetti che lavorano nei gabinetti degli assessorati e della presidenza della Regione.

Si tratta personale esterno alla Regione che, negli anni passati, è stato contrattualizzato, per chiamata diretta (leggere segnalazioni della politica, dell’alta dirigenza o di potenti in generale). Di fatto, questo personale ha tolto incarichi ai dirigenti regionali che sono rimasti senza qualcosa da dirigere.

Avrebbero dovuto essere gli stessi dirigenti a sollevare il problema. Insieme con le organizzazioni sindacali, Invece sono rimasti zitti i primi e zitte le seconda. Gli unici a sollevare la questione dei dirigenti esterni all’amministrazione regionale, qualche tempo fa, sono stati i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Poi il silenzio.

 


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