Per il presidente regionale dell'associazione ambientalista, Gianfranco Zanna, nelle prossime trattative bisogna «lasciare fuori tutti coloro che in questi anni si sono occupati del settore». Eclatante il caso di Palermo e di Fondo Verde dove le acque sono state fatte confluire nella rete fognaria
Depurazione acqua, un fallimento lungo 27 anni Legambiente: «Tavolo tecnico con Musumeci»
Le acque del depuratore di Fondo Verde, a Palermo, avrebbero dovuto essere usate esclusivamente per il ravvenamento delle falde idriche (operazione mediante la quale viene innalzato il livello di una falda freatica, alimentandola artificialmente con acque fluviali fatte filtrare nel terreno … nda): invece da anni accade che vengano fatte confluire nella rete fognaria, senza contrastare i fenomeni di cuneo salino della piana dei Colli che rischia di desertificare i terreni sino a Mondello. L’allarme è lanciato da Legambiente, che ha consultato i dati pubblicati sul Portale dell’Acqua (www.acqua.gov.it.). Ma non è solo il capoluogo siciliano a piangere: sono state riscontrate 324 irregolarità nella depurazione nell’intera Regione, con 228 su 390 Comuni che non depurano come si dovrebbe e che non hanno ancora reti fognarie.
Come ricorda da tempo l’associazione ambientalista, per le inadempienze nell’attuazione della Direttiva l’Italia ha già subito due condanne da parte della Corte di Giustizia Europea, la C565-10 (Procedura 2004-2034) e la C85-13 (Procedura 2009-2034) e adesso l’avvio di una nuova procedura di infrazione (Procedura 2014-2059). coinvolti, come dicevamo, un po’ tutti i Comuni: si va dagli oltre mezzo milioni di abitanti non depurati di Palermo sino ai paesi più piccoli.
Da quando il servizio è stato affidato a privati, i nuovi impianti costruiti si contano sulle dita di una mano e i vecchi sono al limite della loro vita, coi cittadini costretti a pagare depurazioni inesistenti. Ancor più grave è la questione del mancato recupero e riutilizzo delle acque reflue in periodi di siccità, che stanno diventando sempre più gravi e frequenti.
«La vastità del fallimento – dichiara Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia – che in ben 27 anni non ha visto nessun adeguamento della Sicilia alle norme nazionali ed europee, richiede che il presidente Musumeci instauri al più presto un tavolo tecnico con le associazioni ambientaliste che da tempo denunciano l’inconsistenza della Regione Siciliana, lasciando fuori tutti coloro che in questi anni si sono occupati del settore. Non c’è più tempo per dare la parola a chi ha fallito nel campo dei rifiuti e delle acque».