Ddl Cirinnà, tra Sentinelle in piedi e realtà lgbtqi Dario Accolla: «Vogliamo solo rispetto dei diritti»

Due manifestazioni, a distanza di pochi minuti, in due piazze tra loro vicine. Anche Catania ospita gli eventi – contrari e a favore – organizzati in occasione della discussione del disegno di legge che porta il nome della relatrice Monica Cirinnà (Partito democratico). Oggetto del ddl sono unioni civili tra persone dello stesso sesso e convivenze sia omo che eterosessualiIn piazza Università oggi alle 18 manifestazione di dissenso delle Sentinelle in piedi. A sostegno – dalle 18.30, in piazza Stesicoro – scenderanno in strada le associazioni per i diritti lgbtqi. Sul disegno le posizioni sono contrastanti e sul tema si sono diffuse anche delle informazioni non corrette. A sgombrare il campo è Dario Accolla, militante lgbtqi, docente e scrittore di origini catanesi. «Chi è contrario sta facendo in modo di rendere le acque torbide – dice – Quello che si vuole ottenere è solo il rispetto dei diritti». 

Due i capi contenuti nel ddl. Il secondo riguarda i cosiddetti patti di convivenza, una serie di norme che sanciscono regole già consolidate nella prassi. Il primo, invece, è il principale in quanto introduce i principi delle unioni civili. Previsti diritti assistenziali ed ereditari, ma anche la possibilità di non testimoniare contro il partner in caso di rinvio a giudizio. «Sono dei diritti per i quali paghiamo le tasse, quindi vorremmo che venissero riconosciuti». È nel capo principale che rientra anche la contestata stepchild adoption. Secondo le Sentinelle in piedi «è una semplice e sterile compravendita di bambini e che avrà poi, la conseguente trasformazione della maternità in un bene commerciabile». «In realtà permette al partner che non è biologicamente genitore di adottare il figlio del compagno o della compagna», riassume Dario Accolla. Una maniera per tutelare soprattutto il minore, «perché secondo la legge in vigore ha solo un genitore legale. Cosa succederebbe in caso di morte? – si chiede il docente – La stepchild fa in modo che i figli rimangano nella coppia che li ha voluti». Nessun rischio che si arrivi alla gestazione per altri (gpa), nota anche come utero in affitto, misura che al momento rimane vietata in Italia. 

Accolla, che cura anche un blog sul sito de Il fatto quotidiano, si è più volte mostrato critico nei confronti del ddl Cirinnà. «L’unica legge che può dare uguaglianza è il matrimonio. Tutto il resto è discriminazione – afferma – Prendo atto, però, che la situazione in Italia è questa. Ci sono persone che verrebbero tutelate immediatamente, quindi mi sembra giusto pretendere che questa legge passi». Nel corso dell’iniziativa di oggi saranno un centinaio le città che scenderanno in piazza, nell’ambito della campagna #SvegliatItalia; da giovedì 28 inizierà l’iter per l’approvazione del ddl al Senato. «Si è creato un vero e proprio movimento contro le unioni – descrive Dario Accolla – Se il disegno non dovessero passare, verrebbe depotenziata la nostra lotta». E sottolinea con amarezza: «Siamo obbligati a difendere una legge che non ci convince». Tra i banchi parlamentari a preoccupare è la spaccatura tra le file dei democratici. «Matteo Renzi ha imposto la disciplina di partito per diversi temi, ma su questo non prende posizione, lascia libertà di coscienza – dice il docente – Non fa favore alla battaglia che dice di voler portare avanti». 


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