Dal credito d’imposta ai siti Unesco, passando per l’edilizia popolare e la tubercolosi bovina. È una sorta di fritto misto, quello che cuoce in pentola dalle parti di Palazzo dei Normanni. Come per la Finanziaria regionale, anche nel caso del testo collegato, la legge snella portata in commissione Bilancio ha subito la solita dieta ingrassante che rischia di renderla obesa. Quasi 160 pagine di emendamenti aggiuntivi alla norma all’esame dell’Assemblea. Così ecco che torna la proposta del credito d’imposta alle aziende che assumono. Come già avvenuto nella scorsa legislatura, le piccole e medie imprese potranno assumere giovani apprendisti e decurtare le loro indennità dalle tasse, sotto forma di credito d’imposta. Una proposta che richiede però, a partire dal 2019, un impegno di 15 milioni di euro.
Ma quella del credito d’imposta, nonostante all’inizio si fosse parlato di un ddl che non comportasse impegni di spesa, non è l’unica norma che propone di mettere mano al portafogli di mamma Regione. È così, ad esempio, per i 10 milioni di euro che un emendamento propone di stanziare per la promozione e valorizzazione dei siti Unesco nel territorio regionale. Un altro emendamento immagina invece uno stanziamento di 200mila euro per ciascuno dei siti iscritti al World Heritage Centre (l’Unesco, appunto).
Tra i mille rivoli degli emendamenti proposti dai deputati, ecco invece una piccola rivoluzione dei beni culturali siciliani, legata all’acquisto online dei biglietti per i musei e i siti archeologici della Regione. Un provvedimento di buonsenso, che esiste ovunque nel resto del mondo, mentre la Sicilia resta ancora oggi arroccata sulle vecchie file per fare il biglietto, con tutto il disappunto immaginabile da parte degli operatori turistici.
Sul fronte dell’edilizia popolare, ecco un emendamento che propone uno «sconto» del 25 per cento sul prezzo dell’acquisto degli alloggi di edilizia popolare, qualora gli inquilini definissero l’acquisto dell’immobile «entro 12 mesi dalla stipula del compromesso».
Sul fronte dell’assessorato all’Istruzione si propone invece di «cristallizzare l’albo dei formatori» già esistente e creare un apposito elenco per i nuovi iscritti. E ancora, due emendamenti istituiscono, da una parte, il Centro di riferimento regionale per la tubercolosi animale e, dall’altra, chiedono alle Asp di aumentare il monte ore dei veterinari in servizio a 30 ore settimanali, per permettere loro di occuparsi proprio della tubercolosi. «Il fondo – si legge – converte le somme in ore di incarico a tempo indeterminato da destinarsi paritariamente a tutti i medici veterinari specialisti ambulatoriali operanti presto Asp e Istituto zooprofilattico e viene indicato in 8 milioni di euro». Per essere partito come un testo snello, non è difficile immaginare che la dieta ingrassante lo porterà ad apparire molto più gonfio, al momento dell’approvazione a Sala d’Ercole.
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