Mille passi silenziosi per ricordare Pippo Fava con un flashback che riporta al 30 gennaio 2016 e a quello slogan scandito lungo via Etnea: «Fuori la mafia dal Comune». Più di un anno dopo, a Catania si torna a sfilare e l’occasione, quasi del tutto inedita per farlo, è il trentatreesimo anniversario dell’uccisione del giornalista e fondatore de I Siciliani. Il corteo di oggi, con raduno fissato alle 15:30 a piazza Roma, arriverà in via Fava, sotto la lapide che ricorda l’omicidio del 1984 per mano della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano. Qui ci sarà il tradizionale momento di raccoglimento. A organizzare il corteo è il Gapa, I Siciliani giovani, Azione civile, associazione Giambattista Scidà e un lungo elenco di realtà civiche che si ritrovano, dopo mesi, a proseguire il percorso di antimafia sociale che alla fine di gennaio scorso ha radunato migliaia di persone in strada.
A chi prende parte al corteo Giovanni Caruso, fondatore del centro di aggregazione popolare Gapa ha chiesto «coraggio». Lo stesso che aveva Fava nel raccontare la nebbia che avvolge Catania «e che ancora oggi sarebbe in grado di restituirci una città libera e civile. Non la Catania di oggi, così simile a quella di allora». L’obiettivo è quello di «combattere senza compromessi mafia e malapolitica e un potere economico fondato su disagio sociale e sfruttamento». L’evento di oggi ha ricevuto il sostegno della fondazione Fava ma anche di Cgil, associazione Città Insieme e Addiopizzo. Per una ritrovata unità, tra gruppi profondamente diversi, che mancava da tempo. L’attività di antimafia sociale in questi mesi è stata caratterizzata da vari appuntamenti con dibattiti e incontri, come quelli sulla svendita del patrimonio immobiliare del Comune. Lo spirito di oggi è quello di legarle tutte.
Dal 30 gennaio 2015 a oggi la vita della città è stata scandita da fatti delicati che hanno caratterizzato in vario modo l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Enzo Bianco. Dalla discoteca Empire, fino all’intercettazione, svelata da MeridioNews, tra il primo cittadino e l’editore Mario Ciancio Sanfilippo, in cui si parlava del mega affare del Pua alla Playa. In mezzo c’è il caso delle presunte infiltrazioni di Cosa nostra in consiglio comunale e la convocazione della prefetta Maria Guia Federico in commissiona parlamentare antimafia. Lo spettro, da tanti invocato ma mai formalizzato, è quello della nomina di una commissione che verifichi l’attività istituzionale nell’assise cittadina. Passo propedeutico a un eventuale scioglimento per mafia. Infine c’è l’ultimo caso di cronaca che riguarda l’indagine sul consigliere di municipalità Mario Tomasello, che sarebbe stato al vertice di un presunto sistema di finti incidenti stradali per ottenere rimborsi.
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