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Povero antonio. Non gliene va bene una. Ogni anno ha sempre nuove gatte da pelare, il sovrintendente del teatro massimo, antonio cognata. Lui minimizza, sostiene di aver risanato il bilancio, gravato da debiti fuori bilancio per 25 milioni di euro. Ma ha tutti contro: dipendenti, masse artistiche, perfino l’associazione dei consumatori e i giudici del lavoro. C’è stato perfino chi, fra i critici e gli spettatori, nell’intervallo del bellissimo spettacolo diretto da terry gilliam , in apertura di stagione, rideva a crepapelle per lo svarione di pochi mesi fa: nel folder della stagione, stampato in tremila copie ( ma anche nel sito) “la damnation de faust” era firmata da gounod. Peccato però che l’autore fosse hector berlioz. E se una provvidenziale manina ha fatto sparire lo svarione dal sito dopo alcuni giorni, l’errore marchiano, scripta manent, verba volant , è rimasto nei folder e ha fatto sorridere il gotha dei critici e l’ultimo dei pazientissimi abbonati del massimo.

Povero antonio. Non gliene va bene una. Ogni anno ha sempre nuove gatte da pelare, il sovrintendente del teatro massimo, antonio cognata. Lui minimizza, sostiene di aver risanato il bilancio, gravato da debiti fuori bilancio per 25 milioni di euro. Ma ha tutti contro: dipendenti, masse artistiche, perfino l’associazione dei consumatori e i giudici del lavoro. C’è stato perfino chi, fra i critici e gli spettatori, nell’intervallo del bellissimo spettacolo diretto da terry gilliam , in apertura di stagione, rideva a crepapelle per lo svarione di pochi mesi fa: nel folder della stagione, stampato in tremila copie ( ma anche nel sito) “la damnation de faust” era firmata da gounod. Peccato però che l’autore fosse hector berlioz. E se una provvidenziale manina ha fatto sparire lo svarione dal sito dopo alcuni giorni, l’errore marchiano, scripta manent, verba volant , è rimasto nei folder e ha fatto sorridere il gotha dei critici e l’ultimo dei pazientissimi abbonati del massimo.

Povero antonio. Non gliene va bene una. Ogni anno ha sempre nuove gatte da pelare, il sovrintendente del teatro massimo, antonio cognata. Lui minimizza, sostiene di aver risanato il bilancio, gravato da debiti fuori bilancio per 25 milioni di euro. Ma ha tutti contro: dipendenti, masse artistiche, perfino l’associazione dei consumatori e i giudici del lavoro. C’è stato perfino chi, fra i critici e gli spettatori, nell’intervallo del bellissimo spettacolo diretto da terry gilliam , in apertura di stagione, rideva a crepapelle per lo svarione di pochi mesi fa: nel folder della stagione, stampato in tremila copie ( ma anche nel sito) “la damnation de faust” era firmata da gounod. Peccato però che l’autore fosse hector berlioz. E se una provvidenziale manina ha fatto sparire lo svarione dal sito dopo alcuni giorni, l’errore marchiano, scripta manent, verba volant , è rimasto nei folder e ha fatto sorridere il gotha dei critici e l’ultimo dei pazientissimi abbonati del massimo.

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