Crocetta sceglie di stare nel Pd o con la gente?

Delusione, pessimismo e, perché no?, anche un po’ di sconforto. E’ questa l’atmosfera che si respira tra i tanti simpatizzanti del Megafono, il Movimento politico nato attorno all’esperienza del presidente della Regione, Rosario Crocetta. A non convincere non sono tanto gli atti amministrativi (alcuni dei quali un po’ avventurosi), quanto gli atti politici.

In tanti, ieri sera, sono rimasti stupiti nel vedere il presidente Crocetta partecipare ai lavori della direzione regionale del Pd. Non solo. Chiamato in causa da alcuni ‘notabili’ di questo Partito, che non volendo accettare le proprie responsabilità sui deludenti risultati elettorali, hanno scaricato sul governatore le ragioni della sconfitta, il presidente non ha replicato.

Alcuni dirigenti del Pd hanno affermato a chiare lettere che il Megafono non dovrebbe nemmeno esistere. E che Crocetta, la propria battaglia politica, deve condurla all’interno del Pd.

Il problema non sta nel fatto che alcuni dirigenti del Pd dicano questa cose: il problema è che, alle parole di questi dirigenti, come già accennato, non è arrivata una risposta politica chiara da parte del presidente Crocetta.

Eppure nel Megafono e nei tanti Circoli nati in tantissimi Comuni della Sicilia, su alcune cose, non manca la chiarezza. Chi si è avvicinato a Crocetta, dallo scorso novembre ad oggi, lo ha fatto perché, dal governatore, si aspettava una “Rivoluzione”, che è culturale prima che politica.

La presenza di Giuseppe Lumia come capolista nella lista al Senato del Megafono è stata spiegata come un fatto ‘tecnico’. Ma la presenza, ieri sera, di Crocetta alla direzione regionale del Pd, ha lasciato intendere l’esatto contrario: e cioè che la presenza di Lumia – e la sua elezione al Senato, nel Megafono – è politica e non ‘tecnica’.

Ieri sera, da Crocetta, non solo non ci si attendeva la sua presenza alla direzione regionale del Pd, ma ci si aspettava una presa di posizione forte, da parte del presidente della Regione, che avrebbe dovuto affermare a chiare lettere che il Megafono sta con i cittadini e non con la vecchia politica-politicante.

Invece Crocetta sta dando la sensazione di essere addirittura rimasto invischiato nei giochi interni del Pd, con buona pace dell’autonomia del Megafono.

Il problema non è il Pd siciliano, con il quale è giusto dialogare, visto che anche in questo partito ci sono persone che lottano contro i vecchi ‘notabili’: valga per tutti la ribellione di un ‘pezzo’ del Pd di Catania alla candidatura a Sindaco di Enzo Bianco, imposta in barba alle primarie che sono state sospese: il problema è che chi si è avvicinato al Megafono, magari attraverso i Circoli, lo ha fatto perché pensava e pensa ancora a un nuovo modo di fare politica, fuori dai partiti politici tradizionali.

Il risultato di queste contraddizioni è che, nell’area del Megafono, chi non ha votato per la lista del presidente della Regione al Senato perché non voleva votare Lumia e il Pd (e non sono stati pochi: anzi), oggi è convinto di aver fatto la scelta giusta votando per il Movimento 5 Stelle. Chi, invece, sempre al Senato, ha comunque votato per il Megafono per dare fiducia  a Crocetta e alla sua esperienza politica, oggi è un po’ deluso, un po’ confuso e, perché no?, anche un po’ sconfortato.

 


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