Rosario Crocetta nuota. Estate e inverno, prima di andare al lavoro ha l’abitudine di «fare una nuotata quasi ogni giorno prima di andare in ufficio». Il governatore racconta di concedersi questo momento di relax («unico sport che pratico», ci tiene a sottolineare) «nella spiaggia sotto casa mia, a Castel di Tusa». Il motivo per cui il primo inquilino di palazzo d’Orleans affida le sue abitudini private a una nota inviata a tutte le redazioni? «Stamane – ammette ancora Crocetta – mentre mi stavo asciugando per risalire dalla spiaggia e andare in ufficio, un giornalista delle Iene, lo stesso che mi insegue da un anno ponendomi una domanda completamente falsa sui fondi europei, mi ha letteralmente assalito con una troupe di tre-quattro persone per riprendermi in costume».
«Condivido e difendo la libertà di stampa – accusa ancora il presidente della Regione -, il diritto di cronaca, ma il giornalista avrebbe potuto tranquillamente chiedere di intervistarmi, farlo, senza violare la mia privacy. È reato violentare in questo modo la libertà degli altri, o no? Chi manda da Roma questi giornalisti per assediarmi e inseguirmi ovunque io sia? Una volta a Napoli mentre c’era un convegno organizzato dalla Chiesa, un’altra volta a Caltagirone e adesso mi si consenta, un po’ troppo, davanti casa mia. C’è un limite a tutto questo?».
Crocetta precisa di non voler invocare «né leggi né tribunali, ma il senso dell’etica professionale e del rispetto delle regole». Per questo l’appello del primo inquilino di palazzo d’Orleans è rivolto questa volta all’ordine dei giornalisti, perché intervenga «come forma di autogoverno». «Non intendo imporre censure a nessuno – conclude Crocetta -, ma fare semplicemente un appello per ricordare a qualcuno che il giornalismo è una cosa seria e non un’attività di violenza sulle persone».
«Non comprendiamo quale violazione di privacy ci possa essere se è stato avvicinato per essere intervistato mentre si trovava in spiaggia che, sarà anche vicina a casa sua, ma resta pur sempre un luogo pubblico». Replica così l’Ordine dei giornalisti alla richiesta di intervento da parte del presidente della Regione. L’Ordine poi va oltre e con una nota sottolinea come, anche nel caso in cui ci fosse stato un comportamento scorretto, non sarebbe stato l’organo deputato a esprimersi. «Crocetta poi si informi meglio: Le Iene sono una trasmissione che non fa parte della redazione giornalistica di Mediaset, non sono testata giornalistica», conclude la nota.
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