Nel 2018 le esportazioni siciliane verso la Cina sono cresciute del 46,1% grazie all’incremento notevole della farmaceutica (quasi raddoppiata rispetto al 2017) e della chimica (+34,6%) seguita a ruota da alimentari e bevande (+29,5%).
Un trend che, secondo una elaborazione di Sace su dati Istat, continua ad essere positivo anche nel 2019 con un +10,3% registrato tra gennaio e marzo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A tracciare il quadro dei rapporti tra la Sicilia e la Cina è stata, a Palermo, la Fondazione Italia-Cina in occasione della presentazione del X Rapporto annuale “Cina. Scenari e prospettive per le imprese”, organizzata in collaborazione con Sicindustria, partner di Enterprise Europe Network, e con il supporto di Nctm e di Sace-Simest.
Nel 2018 l’interscambio Sicilia-Cina si è attestato a quota 258,2 milioni di euro di importazioni e 214,6 milioni di esportazioni e una fetta importante è quella rappresentata dal food&beverage, che è tra le poche voci a far registrare un saldo positivo dell’export rispetto all’import: nel 2018 la Sicilia ha esportato prodotti alimentari e bevande verso la Cina per 16,7 milioni di euro (contro i 12,9 dell’anno precedente) e ne ha importato 8,1 milioni (erano 9,4 nel 2017).
“Grazie all’incremento dei viaggi all’estero e al crescente desiderio per i prodotti alimentari occidentali – ha detto Giuseppe Cassarà, presidente di Federturismo Sicindustria – la Cina presenta ancora moltissime opportunità per le nostre aziende dell’agroalimentare. Ma non solo. La Cina è infatti anche il più grande mercato del turismo sia in termini di spesa che di numero di viaggi verso l’estero e ormai dal 2012 guida la classifica come top-spender per il turismo internazionale”.
Marco Bettin, direttore operativo della Fondazione Italia ha evidenziato che “la Cina si trova in una nuova fase della propria economia, caratterizzata da un tasso di crescita più lento, che la porterà ad essere un’economia avanzata e basata in particolare su consumi, servizi e innovazione e dove l’elemento cardine è rappresentato dalla necessità di sostituire la quantità con la qualità. Una seconda linea di tendenza – ha aggiunto – ruota intorno alla sempre maggiore importanza dei consumi, al fine di sostenere la crescita economica del Paese in futuro, ed è per questo che sono sempre più incentivati”.
(Fonte: Ansa)
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