I numeri rendono chiara la situazione: attualmente le persone positive al Covid-19 ricoverate in Terapia intensiva hanno saturato il 33 per cento dei posti letto disponibili. In Sicilia la pressione della pandemia sui reparti destinati ai pazienti più gravi cresce giorno dopo giorno. Siamo già oltre la soglia d’emergenza e anche l’apertura di nuovi posti non è un passaggio così immediato. Non solo per una questione di spazi ma anche per quanto riguarda la forza lavoro. Per ogni letto, secondo uno schema definito ottimale, servirebbero un medico, due infermieri e uno o due anestesisti. Nell’isola quest’ultima categoria, dati alla mano, è quella più carente con un ammanco di circa 200 unità.
«L’unico modo per superare questa situazione è attingere nella bacinella degli specializzandi di quarto e quinto anno», racconta a MeridioNews Emanuele Scarpuzza, presidente regionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri ed ex primario del reparto di Rianimazione all’ospedale Ingrassia di Palermo. «Questo genere di carenza – continua – dura ormai da anni a causa dei continui tagli e ai blocchi delle assunzioni». Una valvola di sfogo potrebbe arrivare grazie a una convenzione, siglata a metà ottobre tra la Regione e le università di Palermo, Catania e Messina. Ma gli specializzandi possono dare concretamente una mano? «Sì – secondo Scarpuzza – purché siano affiancati da un tutor strutturato. Così si potrà compensare alla situazione attuale».
«In questo momento – spiega il presidente regionale di Aaroi – le Terapie intensive sono sotto pressione, in particolare nelle grosse città come Palermo e Catania. L’assessorato sta facendo di tutto per incrementare i posti e bene o male dovremmo riuscire ad assistere tutti». Spartito diverso se i numeri dovessero continuare a crescere con i ritmi dell’ultima settimana. In passato – 2016 – Scarpuzza aveva commentato, con parole durissime. il piano sanitario dell’ex assessora alla Sanità Lucia Borsellino. «Se passa il suo progetto – disse – trovare un posto in Terapia intensiva sarebbe stato come vincere al Superenalotto». Quattro anni dopo la speranza è quella che non ci si debba affidare alla fortuna. «Si prevedevano 72 posti in meno – continua – e oggi sarebbe stato un suicidio. Per fortuna il successore, Baldo Gucciardi, si rese conto e cambio le cose».
Scarpuzza si mostra più cauto, invece, quando c’è da commentare il semi-lockdown della Sicilia arancione. «Inizialmente ero perplesso, anche facendo il confronto con altre Regioni come Liguria e Campania». La salvezza potrebbe essere una chiusura generale a livello nazionale? «Purtroppo mancano i controlli – continua – vediamo ogni giorno continui assembramenti e persone che sottovalutano le prescrizioni».
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