Corteo clima, scontri tra neofascisti e centri sociali Dopo il volantinaggio di Ursino scoppiano tensioni

Hanno scelto di distribuire volantini proprio all’interno dello spezzone dei centri sociali, che da sempre rivendicano e praticano un antifascismo militante: sarebbe stato questo il motivo che ha scatenato la rissa allo sciopero mondiale per il clima che si è tenuto a Palermo. La presenza dei fascisti di Forza Nuova e Blocco Studentesco, il movimento giovanile di Casapound, aveva già creato qualche polemica tra gli aderenti alla piattaforma Fridays for Future, che aveva scelto comunque di non escludere la loro partecipazione e di relegarli in fondo al corteo.

Lo spezzone dei centri sociali ha risposto alla loro presenza intonando Bella Ciao e cori antifascisti, prima che la tensione – già palpabile prima dell’avvio del corteo – degenerasse. A sventolare bandiere tricolori i militanti di Blocco Studentesco. Tra coloro che invece distribuivano volantini c’erano soprattutto esponenti di Forza Nuova, tra cui il responsabile provinciale Massimo Ursinotornato agli onori della cronaca il 20 febbraio 2018 quando era stato picchiato e imbavagliato con del nastro adesivo da un gruppo di sei persone. Secondo il resoconto di alcuni partecipanti al corteo, un sodale di Ursino sarebbe stato colpito al volto, con quest’ultimo che lo avrebbe trascinato via. I neofascisti di Forza Nuova avrebbero poi contrattaccato utilizzando spray al peperoncino.

A quel punto il lungo serpentone di giovani che stavano manifestando pacificamente, come in tante città del mondo a sostegno dell’ambiente e contro il cambiamento climatico, si è così spezzato per poi ricongiungersi soltanto alla fine. Secondo alcune testimonianze, i fascisti palermitani sono poi fuggiti per le strade limitrofe. Dai balconi di via Ruggero Settimo qualche residente avrebbe ripreso quanto accaduto, secondo quanto hanno riferito alcuni studenti alle forze dell’ordine presenti al corteo

Andrea Turco

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