Il suo traguardo era ad un passo. Lo stop forzato a causa dell’emergenza Coronavirus sa di doppia beffa per Gianmarco Corsino. Il ventottenne centrocampista palermitano, reduce da quattro mesi ai box a causa della lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro rimediata in allenamento lo scorso 4 novembre, stava per rientrare a pieno regime tra gli effettivi e gradualmente era avviato verso la definitiva guarigione. «Sono rammaricato perché proprio prima del lockdown mi stavo finalmente aggregando al gruppo – ha sottolineato in un’intervista rilasciata al sito ufficiale il numero 7 rosanero operato dal dottor Mosca una settimana dopo l’infortunio – sono clinicamente guarito da tempo e non vedo l’ora di tornare a sudare correndo dietro al pallone. Voglio ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicino negli scorsi mesi, in particolare l’intero staff medico guidato dal dottor Matracia, i preparatori atletici Petrucci e Pillitteri e i tifosi che sui social mi incoraggiavano a non mollare».
Sono stati mesi difficili che Corsino, tuttavia, ha affrontato con la testa giusta. Grinta e spirito positivo lo hanno aiutato a superare gli step del percorso orientato, a prescindere dalle tempistiche e soprattutto dalle incognite relative alla ripresa dell’attività in questa stagione, verso il ritorno in campo: «Prima di ogni gara casalinga ho sempre incitato i miei compagni negli spogliatoi fino al calcio d’inizio ed ero il primo ad aspettarli per un abbraccio a fine partita. Se non avessi subìto questo grave infortunio avrei sicuramente potuto dare qualcosa di più anche in campo ma, nonostante tutto, questa seconda esperienza al Palermo rappresenta il punto più alto della mia carriera. È un orgoglio, per me, avere vissuto in prima persona la rinascita del club dieci anni dopo un altro storico evento, lo scudetto vinto con la Primavera di mister Pergolizzi. Insieme, spesso, ricordiamo quel giorno memorabile. Entrambi siamo sicuramente cresciuti nei rispettivi ruoli ma è impossibile non provare nostalgia per quella gioia».
E dopo essere entrato nella storia nel 2009 con il tricolore della squadra regina del settore giovanile, il centrocampista classe 1991 arrivato ad agosto da svincolato dopo il campionato in D a Marsala vorrebbe scrivere nella sua città nuovi importanti capitoli. L’obiettivo, dopo una stagione vissuta nelle retrovie e nella quale finora ha collezionato solo otto minuti da subentrato nella gara interna di Coppa Italia disputata a settembre contro il Biancavilla, è di recuperare il tempo perduto e rifarsi presto in un futuro che lui vede ancora a tinte rosanero: «Il mio sogno è quello di poter continuare a far parte di questa famiglia che sentirò per sempre mia. I tifosi rosanero possono pensare in grande, torneremo finalmente ad abbracciarci e a gioire insieme».
Pensare in grande? L’ottimismo di Corsino è alimentato dalle garanzie, tangibili anche in questa fase di sosta forzata, che offre una struttura dirigenziale solida e ambiziosa: «Oggi grazie alla passione del presidente Mirri e del vicepresidente Di Piazza c’è finalmente un grande senso di appartenenza e di palermitanità a tutti i livelli, tra i calciatori così come nello staff. Ovviamente è inevitabile avvertire una maggiore responsabilità e dobbiamo essere i primi a dare tutto per questi colori. Anche chi viene da fuori si è ambientato al meglio, lo dimostra il fatto che siamo un gruppo molto unito nonostante le differenze anagrafiche e geografiche. Complice anche l’avvio di stagione esaltante, nel nostro spogliatoio c’è sempre stata allegria e nei momenti di difficoltà siamo riusciti a trovare insieme le giuste soluzioni. Fondamentale è stata la competenza e la presenza assidua dei direttori Sagramola e Castagnini, due fuoriclasse che con la serie D non hanno nulla a che vedere. Durante il mio stop mi hanno manifestato di continuo il proprio affetto e fatto sentire importante. Sono soddisfazioni che non hanno prezzo».
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