Si aggiorna il bollettino dei contagiati da coronavirus in Sicilia. Stando ai dati forniti dall’assessorato regionale alla Sanità sono in totale 24, tre in più di ieri. Di questi sette sono ricoverati (tre a Palermo, tre a Catania e uno a Enna) di cui nessuno in terapia intensiva, mentre 17 sono in quarantena a casa. Su altri 12 casi sospetti si attendono i risultati dei test tampone dai laboratori di Catania e Palermo. In totale nell’isola fino a oggi sono stati sottoposti a tampone 547 persone, di cui 511 sono risultati negativi.
Ieri è emerso il contagio di un medico catanese in servizio all’ospedale Umberto I di Enna, nel reparto di Cardiologia dell’unità di terapia intensiva coronarica. Stando a quanto affermato dall’assessore Ruggero Razza, il medico avrebbe preso il virus a causa di contatti indiretti con i primi tre casi riscontrati in Sicilia, cioè i turisti della comitiva bergamasca a Palermo. In ogni caso il medico non rientrava in ospedale dal 26 febbraio. Tutto il personale del reparto era stato posto in quarantena, mentre medici ed operatori sono stati sottoposti ai tamponi risultati tutti negativi. In quarantena, comunque, rimangono quanti hanno avuto contatti diretti col il medico risultato positivo, fino al decorrere dei 14 giorni previsti, al termine dei quali verranno sottoposti nuovamente al tampone. Il reparto quindi, dopo la sanificazione degli ambienti, ha riaperto oggi grazie alla presenza di altro personale sanitario.
Razza ha pure annunciato l’intenzione di usare uno degli ospedali dismessi a Catania per ampliare i posti letto in caso l’emergenza coronavirus peggiorasse anche in Sicilia. «Noi abbiano la necessità di essere pronti a delle eventualità, tra queste ci sono delle aree già attrezzate – ha detto stamattina Razza ospite del programma Rai Buongiorno Regione – Quando ho parlato di ospedale dismesso mi riferivo a un’area della Sicilia orientale, perché l’apertura dell’ospedale San Marco a Catania ha comportato la dismissione di quattro strutture ospedaliere, alcune delle quali interamente attrezzate. In Sicilia occidentale stiamo pensando a un’area diversa, anch’essa attrezzata. Ma è solo una mera precauzione su uno scenario che non si è verificato. Chi ha responsabilita di governo deve pensare anche a un eventuale scenario Lombardia, nella eventualità dobbiamo avere predeterminato un’area di crisi».
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