L'immagine postata sui social network racconta il tam tam che si è avviato spontaneamente tra i più giovani, nel Comune duramente colpito dalle piogge alluvionali. È così che una piccola folla di un centinaio di persone ha rinunciato alla pausa domenicale e si è radunata nella scuola media per ripulire.
Corleone, gli angeli del fango ripuliscono la scuola «Davanti alla catastrofe ci siamo ritrovati comunità»
Ci sono immagini che valgono più di mille parole. È il caso di una foto postata dal giovane segretario della Camera del Lavoro di Corleone, duramente colpita dall’alluvione delle scorse ore, accompagnata da tre parole: La meglio gioventù. E quell’immagine rimanda davvero al film capolavoro di Marco Tullio Giordana, che riporta alla memoria ben altra alluvione, di cui – ironia della sorte – proprio oggi ricorre il 52esimo anniversario. Era il 4 novembre del 1966. E gli angeli del fango accorrevano da tutta Italia per salvare i libri rimasti sommersi alla Biblioteca nazionale di Firenze.
In un ideale ponte lungo 52 anni, ecco che gli angeli del fango si sono ritrovati ancora una volta oggi, previa sottoscrizione dell’apposito modulo negli uffici comunali, in quella Corleone colpita dall’alluvione, per rimettere ordine nel caos della scuola media «Giuseppe Vasi», dove davanti alla furia dell’acqua ha ceduto persino il portone d’ingresso.
Oltre un centinaio di ragazzi, insieme a funzionari del Comune, professori di scuola e normali cittadini, ragazzi delle realtà parrocchiali, scout in divisa coi loro fazzoletti ben in vista. In quel Comune commissariato per mafia e che tornerà al voto il prossimo 25 novembre, hanno smesso i panni partigiani della campagna elettorale, per ritrovarsi a scuola insieme, guanti e pale, a ripulire. Tra quei corridoi in cui hanno studiato, nelle aule frequentate quando erano solo studenti. Giovani attivisti del Movimento 5 Stelle al fianco di quelli di Legambiente, iscritti al Pd insieme ai militanti di centrodestra. «I segni sul muro – racconta un volontario – indicano con chiarezza che ci fossero almeno 40 centimetri d’acqua. Noi ne abbiamo trovati meno, ma ovviamente tutto il pianoterra era devastato».
«In un momento in cui a Corleone si discute e si litiga spesso sui fatti che riguardano la vita comune – prosegue – ci siamo ritrovati comunità. Ha fatto bene a ciascuno di noi, mentre ripulivamo pavimenti e banchi, ma a pensarci bene fa anche rabbia: fa rabbia che debba accadere un evento calamitoso perché ci si ricordi di fare parte tutti della stessa comunità, dovremmo ricordarcene più spesso». Che domani i ragazzi di Corleone possano rientrare a scuola appare improbabile. Ma certamente grazie allo sforzo dei volontari, la campanella tornerà a suonare più in fretta. Perché l’unione fa sempre la forza. E la campagna elettorale, per un giorno, può anche attendere.