I procedimenti nel corso dei quali sono state decise le perquisizioni sono l'indagine della Dda di Reggio Calabria su un presunto patto tra Ndrangheta e Cosa nostra, negli anni delle stragi del Continente e l'inchiesta avocata dalla procura generale di Palermo sull'omicidio dell'agente Nino Agostino
Contrada, la Corte europea dà ancora ragione all’ex 007 Abusive perquisizioni e intercettazioni degli ultimi due anni
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato ricevibile il ricorso presentato dai legali dell’ex numero 2 del Sisde Bruno Contrada contro le perquisizioni e le intercettazioni cui è stato sottoposto negli ultimi due anni su disposizione della Procura di Reggio Calabria e dalla Procura generale di Palermo. Non è la prima volta che la Cedu si pronuncia su Contrada. L’ex funzionario del Sisde, per anni capo della Mobile di Palermo, venne condannato a dieci anni per concorso in associazione mafiosa, ma la corte di Strasburgo dichiarò illegittima la sentenza e condannò lo Stato italiano a risarcire il poliziotto che, nel frattempo, aveva scontato la pena.
Il verdetto, proprio in forza del pronunciamento della Corte, è stato poi revocato dalla Cassazione. Stavolta il legale di Contrada, l’avvocato Stefano Giordano, si è rivolto ai giudici di Strasburgo ritenendo abusive le tre perquisizioni subite dal suo assistito la scorsa estate e l’estate del 2017, disposte, nonostante l’ex 007 non fosse indagato, da due procure. I procedimenti nel corso dei quali sono state decise le perquisizioni sono l’indagine della Dda di Reggio Calabria su un presunto patto tra Ndrangheta e Cosa nostra, negli anni delle stragi del Continente, per destabilizzare lo Stato, e l’inchiesta, avocata dalla procura generale di Palermo sull’omicidio dell’agente Nino Agostino, ucciso con la moglie nel 1989.
In relazione all’indagine palermitana il legale di Contrada aveva sollevato anche una questione legata alla legge italiana che consente le intercettazioni anche di persone non indagate, ritenendo che la normativa sia troppo vaga e consenta abusi. Contrada venne intercettato mentre parlava col figlio al telefono. «Non mettere disordine, i documenti li sistemo io», le parole che i pg avevano dichiarato riferite a carte sul caso Agostino e che avevano fatto scattare la perquisizione. La dichiarazione di ricevibilità è un primo passo: ora la Corte dovrà comunicare al Governo italiano la sua decisione. Il ricorso sarà poi assegnato a una sezione della Cedu che instaurerà il contraddittorio tra l’Italia e la difesa di Contrada e presenterà dei quesiti allo Stato italiano difeso dall’avvocatura dello Stato.