Consiglio comunale, no ai tagli della Regione Il vicesindaco: «La coperta è sempre più corta»

«La coperta è sempre più corta e con questa delibera si chiede al governo nazionale e alla Regione Siciliana di porre fine ai tagli». A commentare il documento, che però l’aula consiliare del Comune di Catania non ha approvato per mancanza di numero legale, è il vicesindaco Marco Consoli a margine di un consiglio comunale straordinario indetto dall’Anci Sicilia in tutti gli enti territoriali. L’associazione dei comuni isolani, infatti, a seguito dei tagli finanziari subiti da parte di Stato e Regione nel 2014 – e di quelli attesi per quest’anno -, ha dato il via a una protesta formale. Il primo atto della quale ha fatto registrare nei 390 comuni siciliani due azioni dimostrative: la bandiera siciliana a mezz’asta il 21 gennaio e lo spegnimento delle luci nei municipi per cinque minuti, una settimana dopo.

«La nostra presa di posizione vuole mettere Catania in linea con le altre città regionali che gridano contro i tagli», spiega Consoli. Che per sottolineare la serietà della questione annuncia: «Molti Comuni quest’anno dichiareranno una situazione di dissesto finanziario e fortunatamente tra questi non c’è Catania». Le richieste dell’amministrazione etnea sono chiare: «Al governo centrale chiediamo di non esercitare pressione solo sui Comuni e al governo regionale di non apportare ulteriori tagli ai trasferimenti del 2015, erogando quelli che ancora aspettiamo per il 2014». Per il vicesindaco Consoli la città di Catania attende ancora dal governo presieduto da Rosario Crocetta diverse decine di milioni di euro. «Quando lo Stato taglia i fondi alla Regione, la Sicilia li taglia ai Comuni, i quali devono diminuire i servizi ai cittadini, creando disagi», afferma Consoli. Il meccanismo è definito dall’esponente di Grande Catania Sebastiano Anastasi «macelleria sociale». Il consigliere comunale in forza all’opposizione azzarda una previsione: «La nostra città sarà colpita da una crisi mai vista e rischieremo di cadere in un baratro che è più profondo di quello che possiamo immaginare». E non va per il sottile aggiungendo che spingerà per «mobilitazioni di massa perché in Sicilia ci stanno togliendo anche i treni e i traghetti».

È dello stesso avviso il capogruppo di Area Popolare Manlio Messina. «Da Roma e da Palermo ci chiedono solo di tagliare, non sapendo forse che a farne le spese sono i cittadini», spiega il consigliere. Che si preoccupa: «I cittadini hanno come punto di riferimento questo Palazzo e magari ci tacciano di sperpero, non sapendo che noi consiglieri comunali guadagniamo 1200 euro al mese, e che gli errori stanno altrove». Messina punta il dito contro un percorso economico, finanziario e morale che con il passare degli anni si è rivelato errato, e definisce i tagli «obsoleti». La sua proposta va nella strada però di «evitare di piangersi addosso», ricercando una possibile soluzione di ammortizzatore nei fondi messi a disposizione dall’Unione europea, gli stessi che spesso non vengono nemmeno considerati dalle amministrazioni comunali. «È per questa ragione che propongo – annuncia Messina – di istituire un ufficio di precommercial procural stabilito dalle politiche europee di ecosistema sociale». E poi ironizza: «Tranquilli colleghi, non è una parola che viene dal futuro. È una norma europea del 2007».

Sulla necessità di una maggiore concertazione tra Stato, Regione e Comuni in merito alle criticità finanziarie si svolge la relazione dell’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando. «La spending review ha dato e continua a dare un duro colpo a enti che sono già di per sé debilitati», afferma Girlando in apertura. Che poi parla anche delle imposte Imu e Tasi, e dei fondi Pac ancora in forse per la città di Catania. A preoccupare l’assessore sono le conseguenze dei tagli previsti. «Si allargherà il divario tra cittadini ricchi e poveri, e tra enti e popolazione», afferma Girlando. Dei settori probabilmente più colpiti parla invece l’assessore ai Trasporti Rosario D’Agata: «Si va dai trasporti ai servizi sociali come il contributo per i buoni libro e quello per le abitazioni dei cittadini». Tra le tante preoccupazioni però poche proposte. Forse in attesa delle delibere degli altri consigli comunali isolani e con l’idea di fare fronte comune contro i tagli finanziari, trovando anche obiettivi strategici per aumentare le entrate. 


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