Ad Acireale l'amministrazione si è vista stoppare dal governo nazionale l'erogazione di una prima parte di finanziamento per riqualificare quartieri degradati. L'Inps ha confermato le irregolarità. Si tratta di poche migliaia di euro legate ai cantieri di lavoro
Comune scopre di non avere da anni il Durc in regola «Inadempienza su versamento contributi risale all’81»
«Si dichiara che il soggetto non risulta regolare ai fini del Durc». Tra le frasi più temute dai titolari di imprese c’è quella relativa allo stato di inadempienza nei confronti dei versamenti in materia di contributi. Che si tratti di mancanze verso Inps, Inail o Casse edili, nel caso di lavori legati allo specifico settore, di solito ne consegue, oltre all’onere di dover saldare il dovuto, anche il rischio di vedere incepparsi gli iter per ottenere pagamenti per lavori già svolti o peggio non poter partecipare alle procedure di appalto. Di storie, in tema di Durc, ce ne sono tantissime. Alcune sono anche finite in tribunale come nel caso della Cassa edile di Catania, dove in passato diversi imprenditori avrebbero goduto di speciali favori con il rilascio del nulla osta pur non avendone titolo.
Le cose, però, cambiano quando invece a essere pizzicata è una pubblica amministrazione. In tal senso, quanto accaduto di recente ad Acireale se non è unico, ha senz’altro i tratti della rarità. Il Comune ha scoperto di avere una posizione irregolare in materia contributiva. La notizia è arrivata in prima battuta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e a seguire è stata confermata dall’Inps. A inviare una nota all’ente locale è stato il dipartimento per le Pari opportunità a cui era stata chiesta l’erogazione della prima tranche di finanziamento necessario all’avvio dei lavori che porteranno alla riqualificazione dei quartieri San Cosmo-Loreto-Balatelle. Il Comune ha ottenuto un finanziamento di poco meno di due milioni e già aggiudicato l’appalto. A eseguire le opere sarà la Geo-Ambiente di Palermo, che però attende di firmare il contratto. Ciò però non potrà avvenire finché il Comune, attualmente guidato dal sindaco Stefano Alì, non regolarizzerà il proprio status.
Per trovare l’origine delle inadempienze bisogna però tornare indietro di quarant’anni. L’Inps, infatti, ha comunicato che le prime mancanze nei versamenti dei contributi risalgono al 1981, contestando l’esistenza di fatti simili risalenti al 2006 e, più di recente, nel 2020. In tutti i casi si tratterebbe di episodi correlati a iniziative rivolte a soggetti disoccupati impegnati in lavori socialmente utili. «L’inadempienza di 295,08 euro, elencata nel primo rigo della prima tabella riportata nella nota, è inerente l’attività di un cantiere di lavoro istituito nel 1981», si legge in un documento interno dell’ente visionato da MeridioNews. Nello stesso si specifica che la pendenza è stata saldata il mese scorso, mentre in precedenza altri 1596,50 euro stati pagati per sanare altre 14 inadempienze relative al 2020. Sotto la lente dell’Inps sono finite altre 13 inadempienze, di cui quattro relative a cantieri lavoro attivati nel 2006: stando a quanto riferito dall’area Tecnica del Comune una è stata pagata, mentre le altre tre – per cui Inps chiede oltre undicimila euro – non dovrebbero essere pagate in quanto annullate in passato «dal medesimo Istituto previdenziale che, ancora oggi, inspiegabilmente, continua a richiederle».
All’appello restano quindi nove irregolarità relative sempre al 2006, ma su cui ancora il Comune deve fare chiarezza: «Non sono riconducibili ad alcun servizio di pertinenza di questa area Tecnica e, pertanto, se ne ignora l’attività che le ha generate», si legge nel documento, dove si specifica di sollecitare gli altri uffici a cercare tra archivi e ricordi per risalire alle ultime posizioni debitorie da regolarizzare, prima di poter tornare a pensare al presente di Acireale.