Comunali 2013, la carica dei 600 candidati Le peculiarità tra nomi noti e strani omonimi

Sono state consegnate da meno di 24 ore, ma già fanno discutere le liste presentate dai sei aspiranti sindaco di Catania. Innanzitutto per il numero di candidati al Consiglio comunale: più di 600 per 45 posti nella sala di palazzo degli Elefanti. Nelle 14 liste presentate da Enzo Bianco, Raffaele Stancanelli, Tuccio D’Urso, Matteo Iannitti, Maurizio Caserta e Lidia Adorno non mancano i nomi noti e qualche particolarità. A cominciare dalle squadre (indicate per metà) che dovrebbero essere nominate in caso di vittoria del proprio candidato. Quelle di Bianco e Iannitti hanno il maggior numero di donne, quattro ciascuno. Il due volte ex primo cittadino del capoluogo etneo schiera in prima linea due nomi conosciuti come quello di Luigi Bosco – esperto di antisismica ed ex presidente dell’ordine degli Ingegneri – e Saro D’Agata, consigliere dal 1993 e tra i più vivaci oppositori dell’amministrazione Stancanelli. Quest’ultimo trattiene in qualità di assessori due uscenti: Sergio Parisi e Carmencita Santagati. Il suo vice, Roberto Bonaccorsi, al momento è escluso in quanto impegnato nella corsa a sindaco di Giarre. Caserta propone tra gli altri Andrea Biagi, oro mondiale di paracanoa, e Loretta Napoleoni, giornalista ed esperta di sistemi economici e finanziari e dei loro legami con il terrorismo. Nata a Roma, finora non ha avuto particolari legami con Catania. Per D’Urso spicca il nome dell’ex ministro del Welfare Antonio Guidi.

Tra i nomi famosi, all’interno degli aspiranti al Consiglio comunale se ne incontrano di più o meno noti a livello locale e non solo. Nella giornata di ieri ha destato più curiosità quello del noto comico David Simone Vinci, candidato del Pdl alla presidenza della municipalità Librino-San Giorgio. Nella lista del Megafono (che sostiene Enzo Bianco) spicca Mario Belluomo, l’ingegnere rapito in Siria lo scorso dicembre e rilasciato il 4 febbraio. Lidia Adorno propone Zoila Ethel Aguirre Cocha, giornalista di origini peruviane e per Tuccio D’Urso corre come consigliere Roberto Speziale, padre di Antonio, il tifoso del Catania Calcio condannato per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore di polizia Filippo Raciti.

Le amministrative catanesi diventano anche una maniera per mettere alla prova la natura multietnica della città. E così fanno il loro ingresso Kishan Daby, primo candidato mauriziano alle elezioni locali nella lista Patto per Catania, e Pape Ndiaye, originario del Senegal e in corsa con Iannitti.

Un problema che accomuna molti degli oltre 600 wannabe consiglieri è l’indicazione corretta dei nomi nelle schede elettorali. Così assieme agli «Agatino detto Tino», «Salvatore detto Salvo», «Francesco detto Ciccio», si trova «Simon Caldwell detto Simone, Simon, Saimon, Samul Caldwel» (una moltiplicazione a scanso di qualsiasi errore). E poi ci sono i nomi che saltano agli occhi per altre particolarità. L’omonima della nota attrice Donatella Finocchiaro, quella del sindaco uscente Alessia Maria Concetta Stancanelli, la shakesperiana Giulietta Romeo. Oppure Vincenzo Santapaola detto Enzo che con il boss rinchiuso in regime di carcere duro condivide fortunatamente solo nome, cognome e soprannome.

 

[Foto di quinn.anya]


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