Il 28esimo anniversario della morte di Libero Grassi può diventare occasione di rilancio per il movimento antiracket e in particolare per «ritrovare le ragioni che hanno dato vita al movimento antiracket, ammodernando le analisi, le strategie, gli strumenti». Un appello che arriva con forza dall’associazione Sos Impresa-Rete per la legalità, per bocca del presidente Luigi Cuomo. Secondo cui oggi l’intero movimento antimafia «attraversa una fase di grande difficoltà ed è dovuto a diverse ragioni. In primo luogo sicuramente a un disimpegno e mancanza di interesse da parte della politica e delle istituzioni nei confronti di questo movimento, utile invece ancora per liberare pezzi di economia e restituire libertà di impresa ai piccoli commercianti». Ancora oggi, infatti, spiega il presidente dell’associazione, racket e usura aiutano la mafia a controllare l’economia e il territorio.
Se da un lato, però, Cuomo individua una carenza a livello istituzionale al tempo stesso invita il suo mondo di riferimento a fare autocritica: «Il movimento non è riuscito a crescere ed è diviso. In particolare, non è riuscito a impedire che episodi di degenerazione contaminassero altre esperienze. Ci sono stati casi, ad esempio di presidenti di associazioni arrestati perché prestavano più attenzione ai propri interessi. E, inoltre, ci sono stati talvolta errori di valutazione come nel caso Montante e quell’esperienza di Confindustria Sicilia considerata troppo frettolosamente un modello».
Per Sos Impresa quindi le responsabilità sono condivise, ma c’è la necessità e il dovere di rilanciare un’esperienza nata trent’anni fa: «Abbiamo anche noi delle responsabilità ma ci rivolgiamo al commissario antiracket Annapaola Porzio affinché faccia lei sintesi, per ridefinire una nuova analisi sul fenomeno. Un’analisi datata, che non corrisponde più alla realtà di oggi. Usura e racket non sono reati preistorici ma addirittura più pericolosi di quanto non fossero nel ’91». L’appello al commissario è quindi in direzione dell’organizzazione di un’iniziativa nazionale capace di definire una nuova analisi e nuove strategie per individuare strumenti e modelli organizzativi moderni e più efficaci nel contrasto al racket e all’usura in termini di prevenzione e di solidarietà.
L’associazione antiracket rivela che da tempo ha avviato un confronto e un dibattito per individuare nuovi strumenti di lotta al racket e all’usura che sarebbero utili al contrasto alle mafie e per ridare libertà al mondo dell’impresa. «Due strumenti fondamentali sono ad esempio – precisa Cuomo – le figure di tutor di prevenzione e tutor di solidarietà. Quando le vittime denunciano non possono essere lasciate sole, anche se hanno un beneficio economico. Oggi denunciare non è conveniente e invece deve diventare vantaggioso. In questo modo sarà più facile per gli imprenditori denunciare e più difficile per la mafie operare in questo senso.
Nonostante le debolezze, il movimento ha prodotto in questi trent’anni competenze e professionalità che possono essere utilizzate per fornire assistenza e per formare nuove figure che potrebbero aiutare le imprese e i territori maggiormente colpiti da fenomeni estorsivi e usurai».
Tornando a Libero Grassi, Cuomo lo identifica come «il padre del movimento antiracket, perché aveva individuato la vera pericolosità di questo fenomeno, che non va disgiunto dalla corruzione e dalla collusione, altrimenti le mafie non avrebbero il potere che hanno oggi». Cuomo, insieme a Pippo Scandurra di Sos Impresa, domani sarà quindi in via Alfieri, luogo dell’omicidio, insieme anche alle tante associazioni che ricorderanno il XXVIII anniversario della morte dell’imprenditore. «Per noi questa data non è soltanto una mera commemorazione – affermano entrambi -, ma l’occasione per rinnovare il nostro impegno. Crediamo sia necessario sviluppare una nuova fase, fatta anche di autocritica, capace di rimettere in gioco il valore e l’importanza dell’associazionismo antiracket, rinnovando anche gli strumenti normativi che necessitano di un profondo ammodernamento».
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