«C’è il pericolo che non tutti possano trovare una sepoltura ai Rotoli. In alternativa, continuiamo a dire agli indecisi che c’è la possibilità dei loculi al Sant’Orsola, senza una maggiorazione di prezzo. Solo così abbiamo la possibilità di venire incontro a questa situazione». L’assessore ai Cimiteri Toni Sala parte da qui per affermare che il Comune di Palermo sta agendo di fronte alla situazione che lui definisce «di pericolo, ma non parlo di emergenza», afferma a MeridioNews. Eppure ai Rotoli quasi mille bare continuano a rimanere insepolte, a terra, dentro una tensostruttura, sugli scaffali e perfino dentro alcuni uffici amministrativi. E con le alte temperature hanno cominciato a percolare. A comunicarlo è stato il direttore del cimitero Leonardo Cristoforo. Ma c’è di più: molti dei feretri in questi giorni sono addirittura esplosi.
Alla luce di quanto accaduto, nelle scorse ore, il sindaco Leoluca Orlando ha annunciato che entro oggi emanerà un’ordinanza per «porre in essere ogni azione, anche di natura derogatoria, in ordine agli aspetti gestionale, finanziario e politico consiliare, che consenta di agire immediatamente, a conclusione entro e non oltre il 31 ottobre 2021». Il documento impone agli uffici comunali l’avvio di gare per la realizzazione di un campo di inumazione. Manca, infatti, un luogo dove seppellire le salme ma «il progetto esiste – sostiene Sala – ci vuole l’approvazione del Consiglio comunale. Noi siamo pronti a sottoporlo ai tecnici e ai consiglieri, ma se manca l’autorizzazione bisogna cercare altre soluzioni, che stiamo già attuando. Stessa cosa – aggiunge – per il forno crematorio che non funziona. Abbiamo, però, la possibilità di effettuare 60 cremazioni a Misterbianco e 12 a Carpanzano (in provincia di Cosenza, in Calabria, ndr)».
Intanto, rimane aperta la questione Sant’Orsola. Dopo un protocollo sottoscritto con la fondazione Camposanto di Santo Spirito che gestisce il cimitero di Sant’Orsola, l’obiettivo era quello di trasferire almeno 400 bare. Per portare il feretro, le famiglie devono farsi carico della cifra di 800 euro – la stessa necessaria per una sepoltura ai Rotoli, mentre la somma restante di mille euro è a carico del Comune. A essere trasferiti al Sant’Orsola sono i defunti da oltre 45 anni, che saranno estumulati e messi in una cassetta ossaria. Ma molti dei parenti sono contrari. «Già ci sono state 72 adesioni, una cinquantina sono indecisi – fa sapere l’assessore – Il resto è contrario. Nelle scorse settimane, ci siamo presi l’impegno di telefonare ai parenti per cercare di convincerli al trasferimento. Oggi – sottolinea Sala – colgo l’occasione per fare un ulteriore appello».
Davanti a questo problema, con l’ultima ordinanza che dovrebbe entrare in vigore, Orlando però sembra essere perentorio e potrebbe andare oltre l’appello posto dal suo assessore, annunciando che ci sarà una «collocazione transitoria delle bare, con precedenza per quelle poste a terra, nei loculi liberi presso il Cimitero di Sant’Orsola – scrive il sindaco – anche indipendentemente dalla preferenza espressa nell’immediato dai familiari». Tutto avverrà in attesa della realizzazione del campo di inumazione, dove sarà possibile trasferire definitivamente le salme.
Sempre legato alla questione Sant’Orsola, nell’ultimo avviso del primo cittadino si prevede il coinvolgimento delle agenzie di pompe funebri per il trasporto delle bare dalla loro attuale collocazione al cimitero, previo accordo con le aziende per rendere più rapido possibile il trasferimento. Nonostante gli annunci tassativi del sindaco, intanto ai Rotoli continuano a rimanere 242 bare collocate a terra, mentre 733 sono quelle sugli scaffali. A queste si aggiungono le richieste di aiuto da parte del direttore Cristoforo che, viste le condizioni delle bare, aveva già inviato nei giorni scorsi delle pec agli uffici competenti in cui ne chiedeva la zincatura e anche la pulitura della caditoie. Perché, passato il caldo, le piogge torrenziali potrebbero allagare il cimitero rischiando di fare galleggiare le tombe che sono fuori. «Condivido la preoccupazione del direttore – conclude Sala – C’è una situazione di pericolo. E serve trovare delle soluzioni, cosa che stiamo già facendo».
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