Chirurgia plastica di Villa Sofia: il dottore Francesco Mazzola al contrattacco

IL MEDICO, AL CENTRO DI UN STRANA VICENDA GIUDIZIARIA – DOVE SEMBRA PIU’ VITTIMA CHE PROTAGONISTA – RICORDA CHE TUTTI I SUOI GUAI SONO INIZIATI QUANDO HA PRESENTATO UNA DENUNCIA ALLA MAGISTRATUIRA

Da quando il dottor Matteo Tutino ha messo piede all’ospedale di Villa Sofia, nel reparto di Chirurgia Plastica – nominato primario per volere dell’attuale manager dell’Azienda Villa Sofia-Cervello, Giuseppe Sampieri, personaggio molto vicino all’attuale Governo region alle di Rosario Crocetta – le polemiche si susseguono a ritmo continuo.

Oggi riportiamo una lunga dichiarazione del dottor Francesco Mazzola, che è anche consigliere comunale a Palermo. Sono, quelle di Mazzola, parole molto dure che dovrebbero far riflettere il presidente Crocetta, l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, e lo stesso dottor Sampieri.

“La decisione di indire questa conferenza stampa – scrive Mazzola, che queste cose le ha dette anche in conferenza stampa – nasce dall’esigenza, non più differibile, di fare chiarezza su alcune notizie apparse a più riprese sui mezzi d’informazione riguardanti il sottoscritto e l’attività svolta in qualità di Dirigente Medico di Chirurgia Plastica dell’Azienda Ospedaliera Villa Sofia-Cervello”.

“Notizie spesso inesatte – leggiamo nella lettera – che hanno procurato a chi vi parla e allo stesso Ospedale un grave danno di immagine e ancor più gravi concrete conseguenze. Quotidiani e Televisioni il 7 gennaio 2014 hanno fornito un resoconto sul decesso di una donna di 68 anni avvenuta a Villa Sofia il giorno precedente”.

“Nell’esposizione del fatto – dice sempre  Mazzola – il mio nome e la mia attività di medico sono stati inopportunamente accostati all’infausto epilogo che ha riguardato la paziente, facendo passare un messaggio tanto chiaro quanto inesatto: quello che il sottoscritto fosse direttamente o indirettamente responsabile della vicenda”.

“Come allora, ancora oggi non è nota la causa di morte – scrive il dottore Mazzola – né tantomeno è noto l’esito delle indagini che, è utile ricordare, sono coperte dal segreto istruttorio ed allo stato attuale non annoverano alcun indagato. Non rimane quindi che attendere con fiducia la conclusione dell’attività di indagine da parte degli organi inquirenti per fare chiarezza sulla vicenda e fornire le dovute risposte a tutti, innanzitutto alla famiglia della paziente, ma anche alle varie figure professionali coinvolte”.

“L’accostamento del mio nome alla vicenda di cronaca – ricorda – ha però avuto immediate conseguenze, concretizzatesi nel procedimento disciplinare al quale il sottoscritto è stato sottoposto, dove le contestazioni avanzate prendono le mosse proprio dalle notizie di stampa di cui l’Azienda Ospedaliera è venuta a conoscenza”.

“Ma la vicenda appena riferita e il danno causato a chi vi parla – prosegue la lettera – non ha rappresentato un fatto isolato e più volte ho visto accostare il mio nome ad articoli di stampa nei quali venivano adombrati pratiche e comportamenti ai limiti della legalità. Questa campagna mediatica coincide con il periodo successivo al mese di aprile del 2013, quando il sottoscritto si è recato presso gli uffici della Procura della Repubblica per denunciare gravi e continue irregolarità cliniche ed amministrative, nel merito delle quali non posso entrare a causa del riserbo degli inquirenti, le cui indagini sono tuttora in corso”.

“Per il resto – leggiamo sempre nella lettera – i miei comportamenti sono sempre stati improntati alla massima lealtà nei confronti della struttura per la quale opero da oltre 20 anni. L’avere presentato ricorso relativo alla procedura concorsuale e alla successiva nomina di Direttore di UOC di Chirurgia Plastica del Dottor Matteo Tutino, rappresenta esclusivamente un diritto del quale ho deciso di avvalermi, confortato in questo dalla preliminare decisione del Tar di entrare nel merito della vicenda fissando apposita udienza programmata per il mese di giugno prossimo sulla base del riscontro di un fumus boni juris”.

“Allo stesso modo – prosegue Mazzola – non ritengo di dover subire passivamente la pesante sanzione disciplinare inflittami avverso alla quale i miei legali hanno già avanzato ricorso. Sono qui per manifestare la mia più assoluta estraneità a fatti ingiustamente addebitati e per sottolineare come sia stata distorta in molte occasioni la verità dei fatti”.

“In considerazione dell’attuale delicata situazione che mi vede involontario protagonista – leggiamo sempre nella lettera – sono al momento costretto ad astenermi dall’addentrarmi in ulteriori dettagli che al momento sono inoltre al vaglio delle autorità competenti. Lascio l’opportunità di esprimere valutazioni di carattere più generale alla O.S. che mi rappresenta e che è qui presente come Segreteria Provinciale della CIMO ASMD”.

 


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