Ha scambiato i carabinieri, impegnati in un servizio antidroga, per suoi potenziali acquirenti. Così ha offerto loro la sua merce, finendo invece ammanettato. Vincenzo Vullo, 23 anni, volto noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti specifici, è stato bloccato dai militari in via Nasi. Ad avvicinare la vettura civetta è stato lo stesso pusher, già arrestato dai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di San Lorenzo lo scorso 25 agosto. Allora i militari lo avevano sorpreso in via Porta di Castro all’angolo con piazza Ballarò, con addosso hashish e marijuana già suddivisi in dosi e pronti per essere spacciati. Dopo la convalida dell’arresto, è stato sottoposto all’obbligo di dimora, ma la misura restrittiva non lo ha per niente dissuaso.
Così è tornato in strada a spacciare. Ma questa volta ha sbagliato clienti. In via Nasi, dopo essersi avvicinato alla vettura dei militari, ha fatto la sua offerta: «Che è cucì? Che ti serve? Fumo, erba?» ha detto ai carabinieri, tenendo in mano un pacchetto di sigarette. Dopo essere stato bloccato, è stato sottoposto alla perquisizione personale, che ha dato esito positivo. Addosso Vullo aveva 4,5 grammi di hashish, 0,5 grammi di marijuana e 45 euro, ritenuti dagli inquirenti provento dell’attività di spaccio. Per il giovane sono così scattate le manette e dopo la convalida dell’arresto è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
Sempre in via Nasi e sempre durante un servizio antidroga i carabinieri hanno arrestato Francesco Pizzo, 23 anni, sorpreso mentre cedeva della sostanza stupefacente a un cliente. Anche in questo caso addosso i militari hanno trovato 2,2 grammi di marijuana, 1,4 grammi di cocaina, suddivisa in 10 dosi, e 30 euro, tutto sottoposto a sequestro. Giudicato con rito direttissimo è stato condannato a 8 mesi di reclusione pena sospesa e mille euro di multa. Sempre per spaccio di droga è finito in manette Joseph Jideofor Igwe, nigeriano senza fissa dimora di 19 anni. Il giovane è stato trovato nel quartiere Ballarò con otto involucri contenenti eroina e 380 euro, ritenuti dagli inquirenti provento dell’attività illecita.
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