Che succede nel Megafono di Crocetta & Lumia?

Che succede nel Magafono? Ormai da qualche settimana il Movimento del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, è oggetto di attacchi concentrici da parte dei dirigenti del Pd siciliano. Le accuse sono sempre le stesse: il Megafono farebbe concorrenza al Partito democratico. Tesi vera solo in parte, perché se in alcuni Comuni, in occasione delle elezioni amministrative del 9 e 10 giugni prossimi, le liste del Megafono sono alternative a quelle del Pd, in altri casi i due Partiti sono alleati.

Tra l’altro, lo stesso Crocetta partecipa attivamente alle riunioni del Pd, ripete ad ogni piè sospinto che il suo Partito è il Pd e ha addirittura precisato che il Megafono sarebbe nato con l’accordo dell’ex segretario nazionale Bersani. Se le cose stanno così, perché tanti dirigenti del Pd siciliano continuano a chiedere la testa del Megafono?

La tesi che Crocetta e il senatore Giuseppe Lumia, sottobanco, lavorerebbero per indebolire il Pd siciliano, dando vita a un Megafono autonomo non regge. Allora dove sta il problema? Con molta probabilità, per provare a capire il ‘nervosismo’ dei dirigenti del Pd siciliano bisognerebbe provare ad analizzare cosa succede dentro il Megafono. Il nodo – il vero nodo politico di una polemica che dura da settimane – potrebbe risiedere nel Movimento del presidente della Regione.

Il Megafono è il frutto di un inghippo politico che vede come protagonisti Crocetta e Lumia. Il Movimento è stato fondato all’insegna di un equivoco. Ai tanti militanti e simpatizzanti nei territori dell’Isola è stato presentato come un soggetto politico autonomo e, soprattutto, diverso dal Pd siciliano. Mentre a Roma e ai vertici del Pd siciliano è stato presentato come un ‘paracadute’ per recuperare i voti in uscita di militanti e simpatizzanti del Pd delusi.

Va ricordato che, quando il Megafono è nato, il Pd siciliano era impelagato nel Governo regionale di Raffaele Lombardo. Un Governo osteggiato dalla base del Pd siciliano. In questa fase, Crocetta è stato molto abile a presentare il nuovo soggetto politico come alternativo al Governo Lombardo-Pd. Così, molti elettori delusi del Pd siciliano si sono avvicinati al Megafono.

Il gioco è stato parzialmente scoperto al momento delle elezioni politiche nazionali. Quando il Megafono si è presentato al Senato. Se guardiamo ai risultati, ci accorgiamo che, rispetto alle attese che si erano create attorno ai Circoli per Crocetta, subito dopo le elezioni regionali dell’ottobre dello scorso anno, i risultati ottenuti dal Megafono al Senato sono stati deludenti. Crocetta, contro le indicazioni che arrivavano dalla base del Megafono, ha imposto Lumia come capolista.

Morale: molti simpatizzanti, che non sopportano Lumia (e non possiamo dargli torto…) non solo non hanno votato per il Megafono (e hanno votato, con molta probabilità, per il Movimento 5 Stelle), ma si sono anche allontanati.

Dopo le elezioni politiche nazionali Crocetta e Lumia hanno commesso un grande errore. In vista delle elezioni amministrative che si celebreranno il 9 e il 10 giugno, hanno nominato, con metodi berlusconiani, i propri sodali come coordinatori provinciali del Megafono. Tutto questo in barba alla politica legata ai territori, che deve partire dal basso e bla bla bla.

Con il controllo ferreo dei coordinatori provinciali, Crocetta e Lumia si sono illusi di controllare il Megafono. Non hanno fatto i conti con i coordinatori comunali, che invece sono quelli che tengono i rapporti con la base.

Così sono cominciati i contrasti, soprattutto al momento della composizione della liste. Crocetta e Lumia si sono trovati tra due fuochi. Da una parte il Pd siciliano, già in deficit di voti, che ha cercato in tutti i modi di ostacolare la presenza, in tutti i Comuni dell’Isola, di liste del Megafono. Dall’altra parte la base del Megafono, in molti casi con militanti e simpatizzanti lontani dal Pd siciliano e dai suoi intrallazzi consociativi, che premeva per liste autonome.

Crocetta e Lumia hanno continuato con il solito doppio gioco: ai militanti e simpatizzanti del territorio raccontavano che il Megafono è un Movimento autonomo, dando il via, in molti casi, a liste alternative al Pd; alla segreteria regionale del Pd dicevano che il Megafono è una costola del Pd.

Il valzer delle ambiguità, alla fine, non poteva che portare a una doppia rottura. Molti dirigenti del Pd siciliano, che non vivono sulla luna, ma nel territorio, hanno ‘sgamato’ l’inghippo e denunciato l’atteggiamento ambiguo di Crocetta e Lumia. La base del Megafono, con in testa i coordinatori comunali, si è ribellata a Crocetta, a Lumia e ai coordinatori provinciali (clamoroso quello che è successo a Messina con centinaia di firme raccolte contro la gestione verticistica del Movimento).

Il risultato di queste ambiguità è, ormai, sotto gli occhi di tutti. I militanti del Megafono di Ragusa, di Catania e di Messina – che sono quelli che, più di altri, hanno contribuito all’elezione al Senato di Lumia – sono sul piede di guerra. La stessa cosa sta avvenendo in altre parti della Sicilia.

Ai tanti militanti del Megafono, molti dei quali sono delusi da quattro rovinosi anni di Governo Lombardo-Pd, l’idea che il Megafono non sia altro che una ‘costola’ del Pd siciliano non va proprio giù. E non sopportano, soprattutto, la presa in giro.

Anche la designazione dell’assessore regionale ai Beni culturali, che avrebbe dovuto essere una scelta condivisa dalla base del Megafono, è stata, invece, una scelta di vertice, se è vero che Mariarita Sgarlata è stata designata, al solito, da Crocetta e Lumia in stile Berlusconi: decidiamo noi che siamo i ‘capi’ e basta.

E oggi? Crocetta e Lumia vorrebbero rientrare nel Pd, ammesso che da questo Partito si siano mai allontanati. Ma mezzo Megafono, e forse più, rema per un soggetto politico autonomo. E guarda altrove. Da qui l’impegno in questa campagna elettorale. Soprattutto in quei Comuni dove il Megafono è alternativo al Pd. Cosa, questa, che fa imbestialire i dirigenti siciliani del Partito democratico che sbraitano perché sanno – ormai è inevitabile – che perderanno altri voti a causa degli ambigui equilibrismi di Crocetta e Lumia.

La verità è che Crocetta e Lumia, oltre ad aver incasinato la Regione siciliana sotto il profilo amministrativo, hanno combinato anche un grande casino politico. Con un con to salato che, alla fine, verrà pagato dal Pd siciliano.

 

 


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