Centro Impastato, nei primi 40 anni critiche a città «Una spugna, l’economia rimane ancora illegale»

«Palermo è una città-spugna, che consuma più di quanto produce. Forse la mafia non governa più, come dice il sindaco Orlando, ma buona parte della sua economia è ancora illegale». Umberto Santino è uno che non ha mai risparmiato le stilettate. Il fondatore del Centro siciliano di documentazione, dedicato a Peppino Impastato (assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978), per decenni ha portato avanti la propria opera di studio del fenomeno mafioso. E nel 2017, in occasione dei 40 anni dalla creazione del primo centro studi sulla mafia sorto in Italia, ha prodotto uno carteggio di 12 pagine che riassume tutte le attività «tra memoria, ricerca e impegno civile». 

Anche lo scorso martedì, in occasione di un incontro sull’antimafia civile alla chiesa san Giovanni Decollato, Santino è tornato a esprimersi sul capoluogo siciliano. Ribadendo prima di tutto che «per chi viene da fuori parlare di mafia in fondo non è così complicato, chi ci vive dentro invece ha molti più problemi, quindi le azioni fatte in questo caso all’Albergheria sono ulteriormente da apprezzare». Per poi collegarsi alla più stretta attualità, spiegando che «non so cosa si stia facendo per i giovani (il riferimento è al premio di capitale della cultura, relativo al 2018 .. ndr), fatto sta che la munnizza è ovunque. Fossi stato nei panni dei funzionari dell’Unesco avrei detto: prima ripulite la città e poi vi diamo il riconoscimento. Tanto i monumenti rimangono». 

E rimangono anche le iniziative del Centro: una biblioteca, un’emeroteca e un archivio specializzati sulla mafia e sulle altre forme di criminalità organizzata; studi e ricerche e bibliografie; attività di informazione e di educazione nelle scuole. La biblioteca è stata aperta nel 1980 e contiene circa ottomila volumi, consultabili agli studiosi su appuntamento. 

Il Centro poi, creato da Santino e da Anna Puglisi negli anni in cui «operavamo allo Zen per il Manifesto, quindi abbiamo voluto sempre mantenere i legami con il territorio», da sempre si fa vanto di «non aver mai ricevuto un euro di fondi pubblici, perché ne contesta le pratiche clientelari di erogazione», e dunque vive di autofinanziamenti e di donazioni. Il Centro Impastato da anni propone di creare a Palermo un Memoriale-laboratorio, che sia una struttura polivalente (museo e cineteca, itinerario didattico e di ricerca): nel dicembre del 2015 la giunta comunale ne ha deliberato la realizzazione in corso Vittorio Emanuele, a Palazzo Gulì, e a maggio di quest’anno si è aperta la fase operativa che prevede la ricerca di un sostegno economico


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