A sollevare il caso la consigliera comunale di centrodestra, che aveva chiesto alla Soprintendenza e all'Ufficio Tecnico le autorizzazioni per l'installazione. Per il primo cittadino Rosario Lapunzina non erano necessarie perchè «l'opera è provvisoria, il liceo artistico che l'ha realizzata l'ha rivoluta indietro»
Cefalù, scompare l’installazione artistica ed è polemica Piazza: «Opera abusiva». Sindaco: «Solo sciocchezze»
«Sono state dette un sacco di sciocchezze». Il sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina risponde a muso duro alle polemiche in seguito alla scomparsa dell’installazione artistica Porta a Mare in piazza Crispi, in uno degli affacci sul mare più belli della città. Un’opera come se ne vedono sempre più spesso in Sicilia, con una grande cornice a delimitare il paesaggio – come fosse una fotografia – e una manciata di sedie per godersi lo spettacolo. Realizzata ad aprile dal liceo artistico, in occasione dell’Earth day, l’opera era stata apprezzata da turisti e residenti. Ma non da tutti.
L’1 agosto la consigliera comunale di centrodestra Valeria Piazza scrive alla Soprintendenza di Palermo per chiedere se «l’installazione denominata Porta di Mare e costituita da telaio scatolare, in forma di porta, e realizzata in alluminio con annessa panca in legno, sia corredata da titoli autorizzativi da codesto ente». Già il 27 giugno la consigliera di opposizione aveva inoltrato all’ufficio tecnico del Comune una richiesta per conoscere i dettagli della concessione dello spazio pubblico. E la risposta era arrivata, il 25 luglio, dal responsabile del settore dell’Edilizia Privata Simone Di Trapani: «A seguito di ricerche effettuate nel settore, sia al protocollo d’ingresso elettronico sia la tra documentazione cartacea presente agli atti, non risulta nulla in merito all’installazione in oggetto».
Quanto basta, per la consigliera comunale, per dichiarare l’opera “abusiva”. «Non sono contraria alle istallazioni artistiche – dice Valeria Piazza – ma al fatto che non si siano seguite le procedure canoniche che un Comune pretende invece dai suoi cittadini. Mi indigna anche la facilità con cui tale installazione abbia trovato collocazione posto che sono anni che la statua denominata “Pietra della Memoria” ad opera del maestro Salvo Salvato pagato con soldi pubblici (dalla Regione) giace nei magazzini comunali senza che essa abbia potuto trovare collocazione per pareri discordanti. Se si fosse chiesta la concessione in quel luogo ritengo difficile che la Soprintendenza avrebbe rilasciato alcunché».
Accuse che però vengono rispedite al mittente dal primo cittadino. «Si tratta di un’opera provvisoria, per cui non ci vuole nessuna autorizzazione – afferma Lapunzina -. E non è vero che è intervenuta la Soprintendenza per rimuoverla, semplicemente la scuola l’ha richiesta indietro. L’installazione d’altra parte è frutto di un lavoro laboratoriale realizzato dalla scuola d’arte, che ha già collaborato altre volte col Comune. Se c’è un consigliere o una consigliera che vuole informazioni da parte dell’ente faccia un’interrogazione, usi cioè le sedi adatte. Ci vuole rispetto delle istituzioni. Quella della Piazza è una strumentalizzazione, è per questo che il Comune non ha risposto. La politica si fa nelle sedi adatte, non sui social dove invece si fa cortile».