«Pronto? Sì, può andare in via Archimede, una traversa di via Roma e trova un alimentari aperto apposta per questa emergenza». Una giornata campale quella vissuta da tutta la comunità di Cefalù. La cittadina normanna è stata letteralmente devastata dagli incendi. Tanti i fronti del fuoco che si sono aperti in più punti, radendo al suolo ettari di bosco e deturpando la costa, da sempre oggetto di vanto per i cefaludesi. Le fiamme non si sono ancora placate, complice il forte vento che per tutto il giorno ha soffiato da Sud e molti cittadini preoccupati si rivolgono al Comune, dove il numero di telefono dell’ufficio di gabinetto del sindaco si è trasformato in una sorta di centralino per le emergenze. Al telefono risponde Francesca Mancinelli, che di lavoro fa l’architetta e l’esperta di politiche verdi per il sindaco Lapunzina.
«È stata una giornata molto difficile e non è ancora finita» racconta a MeridioNews «Così la gente chiama qui in Comune per capire cosa sta succedendo». I canadair sono appena rientrati, non possono intervenire con il buio. Troppo poco quello che sono riusciti a fare visto il forte vento di scirocco che li ha tenuti a terra per ore e allo stesso tempo ha alimentato le fiamme che hanno raggiunto il centro abitato minacciando molte abitazioni. «Stiamo cercando di dare riparo per la notte una ventina di residenti rimasti senza un posto in cui dormire a causa dell’incendio» continua Mancinelli. Una situazione di precarietà che non coinvolge solo le famiglie cefaludesi, ma anche gli ignari passeggeri di un treno, bloccato stamattina sulla tratta Messina–Palermo. «Sono andata io stessa a rifornire di bevande e cibo i due vagoni rimasti fermi alla stazione di Cefalù. I passeggeri erano molto stanchi. Le ferrovie hanno chiesto l’intervento di un mezzo sostitutivo per poterli portare a destinazione, si stanno attivando per non fargli passare qui la notte».
E queste sono solo alcune delle emergenze vissute in quella che a Cefalù verrà ricordata per molti anni come una giornata apocalittica. «Provo una pena infinita. Un dispiacere enorme» sospira l’architetta. «Vedere il proprio territorio deturpato in questo modo è una sensazione bruttissima. Ho fatto un giro sulla costa e vedere Santa Lucia e la fine del lungomare come se fossero una zona di guerra è stato terribile. Una giornata infernale per tutti a Cefalù. Ci siamo impegnati in tutti i modi per fare arrivare i canadair e le autobotti. E fortunatamente alcune zone sono state messe in sicurezza, ma la notte sarà lunga».
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