Sabato sera in un locale a luci rosse (III parte)

Siamo all’interno del locale. Al bar ci sono tante ragazze sedute, di bell’aspetto, che chiacchierano tra loro. Noi ci avviciniamo a una di loro e le chiediamo se la possiamo intervistare. Lei ci chiede se il gestore lo sa e dopo la nostra risposta affermativa ci sediamo nei divanetti, dove normalmente loro bevono qualcosa con i clienti. Lei indossa un vestito inguinale, di colore azzurro, come i suoi occhi.  Si vede subito che è straniera. E alta 1,78, bionda, ha 20 anni e parla un italiano comprensibile.

Capiamo subito che lei corrisponde alla tipologia della ragazza straniera che lavora in questi locali, ma che dice alla famiglia che fa tutt’altro lavoro. E infatti, è così. Le facciamo capire che non c’è bisogno che lei ci dica il suo nome e lei lo apprezza.

Da quanto tempo fai questo lavoro ?
Da febbraio, ma sono arrivata in Italia a ottobre dell’anno scorso.

E ti piace ?
No – ci risponde sorridendo.

In Ungheria cosa facevi ?
Teatro.

Hai iniziato perché conosci altre amiche che fanno questo lavoro ? E come sei venuta in Italia ?
Per fare da assistente a un mago ungherese. Poi lui dopo due settimane mi ha portata in un night, mi ha lasciata lì da sola. Io non sapevo parlare italiano, non conoscevo nessuno.
E così ho iniziato. Prima intrattenendo ai tavoli e dopo 3 – 4 mesi con la lap dance.
Poi ho saputo che lui era ritornato in Ungheria.

Dove hai iniziato ?
In Toscana. 

Dove ti esibisci, sempre nello stesso locale o vai in giro ?
Ogni settimana cambio locale, da Milano fino al Sud Italia.
Sono qui in Sicilia da 3 settimane e ho girato vari locali, non sono stata solo qui dove sono stasera.

Cosa non ti piace esattamente questo lavoro?
Io faccio questo lavoro per soldi. Non mi interessala gente che viene qua. In Ungheria si guadagnano 200 euro al mese, qui in una settimana facciamo 1000 euro, senza fare praticamente niente, senza fare sesso. Solo balliamo e parliamo con i clienti.

Anche in altri locali italiani si guadagna la stessa cifra?
Sì.

Lavorando ogni sera ?
Dipende, 4 – 5  volte a settimana.  In base ai giorni di apertura del locale. Ci sono locali che aprono 4 giorni a settimana, altri 5 o tutta la settimana.
  
Tu fai la lap dance. Ti piace ?
Non sono contenta. Ma lo devo fare se voglio mandare i soldi a casa. Non mi piace come mi trattano.
 
Come hai imparato a fare lap dance?
Da sola. Ho studiato danza, teatro e recitazione

Cosa ne pensi dei clienti ?
Che fanno schifo, sono animali secondo me, prendono solo in giro, ma io cerco di fare la furba. Per strada mi dà fastidio che vedono che sono straniera e da qui capiscono che faccio questo lavoro. Di solito è così. Anzi, qui in Sicilia non mi trattano male, ma nel resto d’Italia è peggio.

Tu vedi che i clienti chiedono di fare sesso ?
Sì, sempre, è uguale dal Nord al Sud. L’unica differenza è nel modo in cui te lo chiedono tra Nord e il Sud, con più o meno stile. Vogliono arrivare sempre alla stessa cosa. Devi fare la furba per guadagnare, senza starci.

Tu pensi di avere amici in questo ambiente ?
No, credo che non si possa avere amicizia nel mondo della notte. Ci sono solo interessi, purtroppo è così.

Hai amici ungheresi qui in Italia ?
No, solo le persone che ho conosciuto facendo questo lavoro. A casa non sanno che faccio questo lavoro.

Quali sono i tuoi obiettivi ?
Tornare in Ungheria e fare teatro. 

Finita l’intervista noi siamo rimasti ancora e l’abbiamo vista esibirsi.
In effetti per ballare bene come lei deve avere fatto danza e la differenza si vede anche vedendo ballare le altre. Cosa che ci conferma il titolare del locale.
Non tutte hanno un passato nelle scuole di danza, e infatti non tutte sono capaci di ballare bene la lap dance. Alcune imparano strada facendo, anche se ci sono scuole nelle quali si può apprendere.

Ma la cosa che più saltava all’occhio era che quando i clienti sceglievano questa ragazza ungherese per offrirle qualcosa al tavolo, si vedeva che non le andava di buon grado. Era visibilmente scocciata.
E al contrario delle altre colleghe, che si facevano accarezzare, mettere le braccia intorno al collo e farsi avvicinare, lei manteneva il distacco.

To be continued…


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