‘La donna di Gilles’ è stato premiato come miglior film

“Efebo d’oro 2005” a Frèdéric Fonteyne perchè attraverso una scrittura filmica e compatta e mirata e ad eccelenti soluzioni tecniche ispirate all’uso esperto della macchina da presa, riesce efficacemente a disegnare la vicenda umana e sentimentale di una donna: la sua forza, la sua capacità di amare, la sua disciplina interiore, la sua sublimazione. “E’ questa la motivazione con la quale ‘La donna di Gilles’ è stato premiato come miglior film nella 27a edizione dell’ Efebo d’oro, un Festival di cinema e letteratura che premia film e dal 1984 anche fiction tratti da opere letterarie. Il film di cui il regista è proprio Frédéric Fontayne è tratto dal romanzo della belga Madeleine Bourdouxhe uscito in Francia nel 1937.

Il libro è ambientato nel Belgio degli anni 30, ed “Elisa” la protagonista viene adattata ad un certo contesto sociale che anche quello in cui è nata. La capacità del regista è stata quella di trasferire nelle immagini ciò che nel libro è descritto dalle parole. Un film lento ma elegante. Attraverso pochissimi dialoghi il regista ci trasporta dento la testa del protagonista permettendoci di condividerne i sospetti, l’angoscia e il dolore. Il sentimento che pova lo spettatore è rabbia e voglia di reagire ed è proprio questa l’intenzione del regista.

Il punto focale del film è l’amore per Gilles. Elisa non è semplicemente innammorata ma dedica la sua vita a suo marito. E’ ovvio che ami anche i suoi figli ma a volte alcune scene e alcune immagini sottolineano quanto Gilles sia la sua priorità nella vita. Un film che per certi versi si mette in contasto con la società di oggi in cui si è perso il concetto di famiglia “nel senso tradizionale” anche se il regista afferma che “un amore così grande è possibile anche oggi”.

Dall’intervista fatta a Fonteyne emerge anche la difficoltà che ha dovuto affrontare nella lavorazione del film e nella ripresa di alcune scene. Alla domanda perchè ha scelto questo libro e quindi perchè ha fatto questo film il regista ha risposto: “Mi sono riconosciuto in questo libro e mi sono fatto molte domande, quasi sempre faccio un film proprio quando non so il perchè”. Inoltre continua dicendo “non farò più film di questo genere ma ho voglia di fare nuove esperienze”.

Dopo “Relazione privata” in cui l’amore viene visto come ricordo, e “La Donna di Gilles” in cui amare è donarsi completamente Fonteyne pensa a nuovi percorsi. Il volo di “Elisa” verso la morte non è un volo verso la libertà ma l’unica alternativa per liberarsi di un amore che altrimenti la terrà nella sua gabbia per sempre.

Oriana Mazzola


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