«L’imputato non intende rendere esame». Così, a turno, prima l’avvocato Rosanna Vella e poi l’avvocato Debora Speciale. Parlano rispettivamente per Paolo Cocco e Francesco Castronovo, attualmente sotto processo per l’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà, aggredito il 23 febbraio 2010 appena fuori dal suo studio e poi morto tre giorni dopo in ospedale. Due dei sei imputati, quindi, si rifiutano di sottoporsi a esame e controesame davanti ai giudici della prima corte d’assise di Palermo. Per Castronovo l’avvocato Speciale parla di «poca lucidità per affrontarlo», a causa del suo precario stato psicologico. «Il motivo per cui non si sottopone all’esame è ben preciso – spiega -. Per ora è sottoposto a terapia farmacologica antidepressiva. Negli ultimi tre giorni è stato ricoverato nel reparto di Psicologia del Pagliarelli, quindi scegliamo come difesa di non farlo partecipare all’esame per via del suo attuale stato».
Che tuttavia, però, non è di certo invalidante, come fa notare il presidente Sergio Gulotta. Intanto, proprio per Castronovo è stato acquisito, a questo punto, su richiesta della pubblica accusa il verbale dell’interrogatorio di garanzia del 16 maggio 2010. All’udienza della settimana prossima la ruota continuerà a girare e ad essere sentiti dovranno essere, a meno che non si tirino indietro anche loro, altri due imputati: Antonino Abbate e Francesco Arcuri. Per quest’ultimo l’avvocato Sinatra, che lo rappresenta, ha chiesto che l’esame non avvenga in video-collegamento col carcere di Terni, dove l’uomo è detenuto per 416 bis, ma che si svolga con lui presente fisicamente nell’aula del tribunale di Palermo. «È la prima volta che faccio una richiesta del genere, per me è folle che l’avvocato non possa affrontare il processo col proprio assistito accanto», dice infatti il legale in aula. Visto che Arcuri non si trova in regime di 41 bis ma solto di alta sicurezza, potrà affrontare l’esame direttamente a Palermo.
Sentire la versione degli uomini accusati di aver preso parte al delitto del penalista potrebbe gettare nuova luce sulla vicenda. Il quadro dipinto dalle pm Francesca Mazzocco e Claudia Malagoli vede coinvolti Arcuri come organizzatore del pestaggio su ordine dell’ex capo di Porta Nuova Gregorio Di Giovanni (che però non è coinvolto nel processo), ad Abbate sarebbe toccato il ruolo di palo, mentre Antonino Siragusa e Salvatore Ingrassia avrebbero infierito sul penalista con calci e pugni, insieme a Francesco Castronovo e Paolo Cocco lo avrebbero preso a bastonate. Un quadro dipinto, in prima battuta, dal pentito Francesco Chiarello (anche lui non coinvolto nel processo), che invece avrebbe preso parte solo alla fase organizzativa della spedizione contro il penalista.
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