Caso candelora, lettera di MeridioNews a La Sicilia «Mai usate espressioni come “omaggio” o “inchino”»

Alla cortese attenzione della redazione del quotidiano La Sicilia,

In merito all’articolo Il cereo dei fruttivendoli e l’omaggio all’emergente, pubblicato dalla vostra testata il giorno 8 febbraio 2015, pur ringraziandovi per aver citato il lavoro svolto dal quotidiano online MeridioNews, la redazione ritiene di dover fare una precisazione.

Dopo un breve resoconto su luci e ombre delle festività agatine appena trascorse, si legge: «E qui si ritorna alla vicenda che interesserebbe il cereo dei fruttivendoli e che è stata portata in emersione dal sito on line Meridionews. Secondo i giornalisti della testata web, infatti, la cannalora avrebbe abbandonato il corteo per sostare lungamente nei pressi dell’altarino che si trova all’Antico Corso; lo stesso su cui, in passato, i cursoti di Pippo Garozzo u maritatu avevano montato una lapide – poi rimossa su intervento delle forze dell’ordine – con i nomi di alcuni loro caduti». Fin qui lo scritto riporta fedelmente il contenuto del nostro articolo dal titolo Sant’Agata, candelora ferma in via Torre del Vescovo. Annacata di fronte alla casa del presunto boss Salvo, pubblicato sul sito catania.meridionews.it il giorno precedente, 7 febbraio 2015.

Nel passaggio successivo del vostro articolo, citiamo testualmente, si scrive: «Non è tutto, perché nell’occasione la cannalora non sarebbe rimasta soltanto in sosta, ma si sarebbe prodotta attraverso i suoi portantini nella tradizionale annacata, che – a detta di Meridionews – avrebbe rappresentato un vero e proprio omaggio nei confronti di uno dei personaggi in ascesa del clan Cappello, ovvero Massimiliano Salvo». Questa affermazione non trova riscontro nell’articolo citato né in quelli successivi realizzati da MeridioNews sullo stesso caso.

La redazione sottolinea di non aver mai utilizzato espressioni quali «omaggio» o «inchino» – altrove riportato -, essendosi limitata a raccontare dei fatti non smentibili senza entrare nella eventuale intenzionalità dei soggetti coinvolti. Il tutto pur ritenendo censurabile l’accaduto, laddove gli inquirenti – che sul caso hanno aperto un’indagine – dovessero riscontrare questa eventuale intenzionalità da parte dei rappresentanti del cereo. Elemento che il vostro articolo riporta, attribuendolo erroneamente a una nostra ricostruzione. Ma si tratta di una valutazione che lasciamo a chi di competenza – forze dell’ordine e procura -, continuando a svolgere il nostro lavoro.


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