Arriva un primo segnale di speranza per gli ex dipendenti della struttura di Paternò che da novembre scorso sono stati licenziati. Dopo diverse iniziative di solidarietà un incontro in prefettura pone le basi per una rivalorizzazione delle professionalità. Fiduciose le sigle sindacali
Call center Qé, oggi tavolo per futuro lavoratori Sindacati: «Ottimistici i segnali dai committenti»
Si apre un barlume di speranza per i 600 dipendenti dell’ex call center Qé licenziati alla fine dello scorso mese di novembre. Dopo varie iniziative messe in atto nelle scorse settimane per sensibilizzare le istituzioni, la prefetta di Catania Silvana Riccio ha convocato le parti per discutere del futuro dei lavoratori. L’incontro si è tenuto nella tarda mattinata di oggi alla presenza del vice prefetto Domenico Fichera.
Un dialogo che sembrerebbe essere stato positivo dopo il quale, i sindacalisti Antonio D’Amico, segretario della Fistel Cisl e Gianluca Patanè della Slc–Cgil Catania, sono usciti fiduciosi: «Sono ottimista per l’immediato futuro – ha detto a Meridionews Antono D’Amico – la presenza dei rappresentanti delle committenze è un segnale che lascia sperare che gli ex lavoratori possano trovare una giusta ricollocazione nel nuovo progetto imprenditoriale che sta per nascere». Un tavolo, quindi, aperto alla vecchie committenti per le quali il call center svolgeva i suoi servizi. Erano presenti, infatti, rappresentanti dell’Enel e il direttore dell’Inps di Catania. Assenti Transcom e Wind, ma attraverso contatti telefonici, hanno manifestato una concreta apertura all’idea.
Grande assente Sky che non ha inviato alcun tipo di comunicazione. Ha partecipato al meeting anche Giuseppe Caudo del governo regionale, il sindaco Mauro Mangano e gli Rsu Valentina Borzì, Anna Orifici e Giovanni Arcidiacono. Convocato l’imprenditore Franz Di Bella, interessato alla nuova realtà societaria. «Domani invieremo alla Regione Sicilia la bozza per essere esaminata e poter usufruire dei fondi destinati alle imprese – ha detto Di Bella a Meridionews – la presenza delle committenti al tavolo di oggi ci fa ben sperare per il futuro. Il nostro – conclude – è un disegno che non si limita ad un classico servizio da call-center, ma alla digitalizzazione a 360 gradi».