Una realtà che ha visto la luce a Palermo nel 1997 quella del Brass Gruop e adesso con Jazz At Spasimo 2017 torna al complesso monumentale della Kalsa il binomio che da venti anni ha reso celebre nel mondo oltre alla Fondazione anche la struttura del 16esimo secolo. Allora era sindaco Leoluca Orlando e adesso è proprio lui, appena eletto per la quinta volta, a consolidare con la sua presenza quanto fatto negli anni attraverso la promozione e l’insegnamento della musica che ha reso «Palermo un luogo di rilievo internazionale prima che in città arrivassero il turismo, le navi da crociera e l’accoglienza ai migranti», ricorda il sindaco. Oltre ai concerti allo Spasimo, la Fondazione ha presentato le performance che vedranno impegnato il Brass e la sua Orchestra Jazz Siciliana anche nel resto dell’Isola, nei teatri Greci di Taormina e Catania e al Teatro di Verdura.
«Non parlerei di una vera e propria stagione ma di una serie di concerti. Si inizia giovedì 20 luglio con il chitarrista manouche Joscho Stephan per un concerto all’insegna dei ritmi gitani – dice il direttore artistico Luca Luzzu – sabato 22 luglio ci si sposta al teatro romano di Catania per l’esibizione del pianista Peter Cincotti. L’indomani, il 23 luglio, Cincotti tornerà a Palermo, città cui ha dedicato anche un brano, per un live al Teatro di Verdura». Previsto il ritorno allo Spasimo dell’Orchestra Jazz Siciliana che eseguirà un programma di jazz tango dal titolo Oblivion. Dopo questo concerto, inizia una mini tournée che vedrà impegnata l’Ojs il tre agosto al Teatro di Verdura e il 5 agosto al Teatro greco di Taormina. Sempre il 5 agosto lo Spasimo ospiterà il raffinato chitarrista argentino Dominic Miller. Oltre che con Sting, ha collaborato con Peter Gabriel, Bryan Adams, Rod Stewart, Paul Young, Phil Collins. Il 19 agosto, invece sarà la volta delle musiche da due box interpretate da un trio di voci femminili, quello delle The Robin Gals per un tuffo nello swing più travolgente. Infine il 1 settembre l’Orchestra Jazz Siciliana accompagnerà Davide Shorty al Teatro di Verdura. Il talento palermitano diventato famoso grazie ad un talent scout, è infatti stato allievo della Scuola di Musica del Brass.
La presenza di Orlando però non è soltanto un segnale di attenzione da parte delle istituzioni ma la conferma che a breve, risolto un contenzioso, il Comune di Palermo entrerà all’interno della Fondazione, che diventerà una partecipata. «L’amministrazione comunale in più circostanze, attraverso il sindaco – spiega il presidente della Fondazione Ignazio Garsia – sentendo notizie preoccupanti sulla sorte del Brass ha affermato che sarebbe entrato come socio nella Fondazione per metterla al riparo da ogni pericolo visto che è patrimonio culturale della nostra città. L’unico ostacolo riguarda un contenzioso con l’amministrazione Cammarata, che notificò al Brass un provvedimento che impegnava la fondazione a pagare un canone di occupazione dello Spasimo per diverse centinaia di migliaia di euro, cifra che poi fu ridotta. Abbiamo proposto quindi una rateizzazione che è stata accolta e stiamo richiedendo le garanzie fideiussorie per chiudere questa faccenda. Una volta chiusa niente impedirebbe al Comune di entrare nella Fondazione che così diventerebbe partecipata dalla Regione Siciliana e dal Comune di Palermo».
Ma la Fondazione ha fatto un ulteriore passo in avanti: «Stiamo lavorando a un progetto di trasformazione della Fondazione in Fondazione di partecipazione per coinvolgere sempre di più i privati». Avere soci pubblici metterebbe il Brass Group nelle condizioni di essere considerato alla stregua degli altri enti di produzione. Il nostro fine ultimo è quello infatti di produrre jazz con la nostra orchestra jazz siciliana». L’ingresso del Comune nella Fondazione dovrebbe arrivare in tempi brevi come conferma anche il sindaco. «Stiamo aspettando l’Avvocatura dello Stato», precisa poi Giangaspare Ferro, tra i fondatori del Brass Group.
Come ricorda lo stesso Garsia per un triennio Brass ha goduto di fondi comunitari e poi ha iniziato a camminare sulle proprie gambe. «La scuola funziona. Quasi tutti i musicisti del territorio direttamente o indirettamente si sono formati qui», ricorda ancora. «Si tratta dell’unico jazz club che esiste al mondo in un sito dal 16esimo secolo. Non ce ne sono uguali a Berlino, né a Parigi, né a Londra. Molti palermitani non conoscevano i giardini sopra le mura e li abbiamo fatti conoscere, ospitando allo stesso tempo i più grandi musicisti del mondo». Certo, sono tante ancora le cose che restano da fare: «C’è da sistemare gli arredi e alcuni concerti si terranno al Teatro di Verdura. Dobbiamo ristrutturare la fondazione e rilanciarla».
«Riprende alla grande l’attività del Brass – ha ribadito Orlando – a conferma dell’importanza del Jazz nella storia e cultura della città. Grazie al Brass perché dà un contributo per l’internazionalizzazione della città attraverso la musica». Poi aggiunge: «Brass è una realtà solida che pensa al futuro attraverso la scuola e guarda al passato con Santa Cecilia». Il sindaco afferma di vedere un lato positivo nel fatto che alcuni concerti si terranno al Teatro di Verdura oltre che allo Spasimo: «È un modo per contaminare la città. il Brass non deve essere un luogo per i parenti da zita – ironizza – io ho fatto la cornice ora c’è il quadro», conclude.
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