Quando gettò la propria figlia appena nata nel cassonetto «era capace di intendere e di volere». Non hanno dubbi i periti nominati dal gip per far luce sul gesto di Valentina Pilato, la giovane mamma palermitana accusata di avere ucciso un anno fa la figlia appena partorita gettandola in un cassonetto della spazzatura a poca distanza dalla sua abitazione. Allora, secondo i consulenti, la donna aveva un disturbo di adattamento che «non ne avrebbe inficiato la lucidità». Lo conferma è arrivata stamane quando i periti Maurizio Marguglia e Domenico Micale hanno deposto davanti alla corte d’assise che processa la giovane donna per omicidio volontario premeditato.
Inizialmente i pm avevano contestato alla giovane mamma il reato di infanticidio, l’imputazione, però, è stata poi modificata. «Non sono state certificate patologie pregresse – hanno detto i due psichiatri – La donna però soffriva di un disturbo dell’adattamento, non tale però da influire la capacità di intendere e di volere». Pilato, che ha tre figli, dopo il trasferimento del marito in Friuli, nell’Esercito, aveva dovuto lasciare Palermo per trasferirsi a Gemona del Friuli, in un piccolo paesino di provincia. Il giorno prima del parto, l’imputata era tornata a Palermo con un volo. Gli psichiatri hanno riferito il racconto della donna che ha sostenuto di non sapere, al momento del parto, di essere giunta già al nono mese.
«Credeva di essere al settimo – hanno spiegato – quindi non pensava di essere in procinto di partorire. Avrebbe nascosto la gravidanza al marito perché sapeva che non sarebbe stata ben accetta e contava di riferirglielo dopo». Valentina Pilato partorì di notte e poi gettò la bimba nel cassonetto. La donna ha sempre detto di averlo fatto perché credeva che la neonata fosse morta. I gemiti della donna, la notte del parto, sono stati avvertiti da uno dei figli che entrò anche nella camera della madre. «Il bambino – ha detto la dottoressa Rosanna Militello, che ha sentito il piccolo – ha sempre parlato bene della mamma, dicendo che gli dava tutte le attenzioni possibili. Per quanto riguarda quella notte, il bimbo ha molta confusione. Ricorda di essersi svegliato – aggiunto – sentendo la madre che si lamentava».
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