Il malcontento è bipartisan. Maggioranza e opposizione su una cosa sono d’accordo: non si può votare il bilancio di previsione 2015 senza avere il tempo di leggerlo. A maggior ragione dopo che oggi, in commissione Bilancio, è stato consegnato un dischetto che avrebbe dovuto contenerlo. E che invece aveva dentro solo gli allegati, ma non il documento principale. «Una presa in giro, insomma», dichiara Vincenzo Parisi, presidente della commissione. A dirsi «indignato», del resto, non è soltanto lui. Ed è per questo che il prossimo consiglio comunale, che dovrebbe tenersi il 29 dicembre, minaccia di riservare qualche sorpresa. Per esempio l’astensione dal voto di diversi consiglieri. E se anche la «responsabilità» dovesse prevalere, il dato fondamentale è che «questa amministrazione non vuole confronto». A esserne convinto è Giuseppe Catalano (ex Sicilia democratica, ora ad Articolo 4), uno dei consiglieri comunali che hanno richiesto, lo scorso 11 dicembre, la convocazione di una seduta straordinaria del senato cittadino. Per discutere non solo dell’ordinanza della Corte dei conti che minaccia il dissesto del Comune, ma anche del documento programmatico relativo all’anno appena trascorso.
Spetterebbe all’aula di Palazzo degli elefanti, in teoria, valutare lo stato delle casse comunali. Ma la relazione dei revisori dei conti, propedeutica ai necessari passaggi in commissione Bilancio e in consiglio comunale, è arrivata solo il 21 dicembre. Ed è stata consegnata ai consiglieri il 22 dicembre, «alle 12.42», precisa Sebastiano Arcidiacono, vicepresidente del consiglio comunale. Come se questo non bastasse, proprio il bilancio di previsione 2015 ancora non si vede. «Se va bene lo avremo lunedì – continua Vincenzo Parisi – I revisori dei conti ci hanno messo cinque mesi per studiarlo, come facciamo noi a impiegarci 24 ore?». I tempi sono troppo stretti per studiare i documenti. «C’è un mancato interesse nei confronti dei consiglieri – sostiene Nino Vullo, vice capogruppo del Partito democratico – Il consiglio comunale straordinario sarebbe servito a permetterci di approfondire. È il motivo per il quale lo abbiamo chiesto: vederci chiaro. Ma evidentemente l’amministrazione non era d’accordo». La seduta consiliare extra, infatti, sembra essere stata posticipata a data da destinarsi. Sicuramente dopo il voto sul bilancio. «Il risultato è che non abbiamo contezza di quello che ci presenteranno», interviene Carmelo Sgroi, capogruppo di Progetto Popolare.
Se non posso fare quello per cui sono stato votato, che ci sto a fare? Preferisco andarmene a casa piuttosto che votare.
A queste proteste si aggiunge la beffa del dischetto senza le carte. «Abbiamo tempo fino alle 13 del 28 dicembre per presentare gli emendamenti. Quindi quella mattina lo dovremo vedere per la prima volta, poi lo dovremmo capire e, infine, dovremmo proporre le modifiche. O questa giunta crede che siamo dei supereroi, oppure non ci tiene in considerazione», arringa Parisi. «Non ci mettono nelle condizioni di lavorare, né di incidere sul bene di questa città». Il bilancio di previsione dovrebbe servire a programmare le spese per l’anno che deve ancora venire. In questo caso, visto che è già fine dicembre, si tratterà di spese già fatte. «La democrazia è metodo – sostiene Sebastiano Arcidiacono – Se la città e il consiglio comunale non sono messi nelle condizioni di operare è un problema enorme». «È offensivo. Se non posso fare quello per cui sono stato votato – domanda il presidente della commissione – perché non me ne vado? Preferisco andarmene a casa piuttosto che votare. Chi verrà dopo di me se la sbrighi lui. Io sento prevaricati i miei diritti».
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