Digiunano da tre giorni Donatella Natoli e Libera Dolci, alcune tra le fondatrici della Biblioteca delle Balate. Lo zoccolo duro dell’associazione che ha dato vita alla biblioteca per ragazzi nel cuore di Ballarò, affermano, è stato messo da parte da un nuovo gruppo di giovani entrato da pochissimo in associazione e da ancor meno in direttivo. Moltissimi sono i progetti che le fondatrici della biblioteca hanno avviato dal 2007 – anno in cui nacque – ad oggi, coinvolgendo scuole di ogni ordine e grado, abitanti del quartiere, migranti, genitori con bambini, ragazzi, insegnanti e tutti coloro che erano interessati ad avvicinarsi a questo piccolo mondo che ad oggi ha costruito un patrimonio librario di diecimila volumi.
La struttura che la ospita è della curia, che l’ha data in gestione alla parrocchia di san Giuseppe Cafasso. «Il 9 giugno il nucleo fondatore dell’associazione è stato messo da parte – racconta Donatella Natoli, per anni alla presidenza dell’associazione – Durante l’assemblea in cui avremmo dovuto votare il nuovo presidente, si è presentato un numeroso gruppo di giovani che mai avevano frequentato il nostro spazio o seguito le nostre attività. Si erano appena tesserati e insieme a loro è arrivato anche il parroco della chiesa San Giuseppe Cafasso, in cui i questi ultimi svolgono attività come catechisti, padre Antonio Mancuso».
Le fondatrici raccontano che si sono quindi viste spodestare e invadere da un gruppo di giovani che non conosce il know how dell’associazione che da sempre si è avvalsa di professionisti e di volontari competenti. Una sorta di colpo di Stato interno, con il quale i nuovi arrivati sarebbero riusciti ad ottenere la maggioranza e a scalzare le ex insegnanti in pensione. «Ci accusano di essere troppo accentratrici e di dare poco spazio agli altri, ma non è così. – aggiunge Natoli – Per noi sono tutti i benvenuti, ma non possono eliminare il lavoro fatto per anni. I ragazzi che vogliono prendere in gestione la biblioteca vogliono organizzare attività ben diverse da quelle portate avanti da noi, vogliono organizzare karaoke e partite di calcetto, e non c’è nulla di male per carità, ma qui noi permettiamo ai nostri utenti di venire a contatto con un patrimonio librario importante e qualitativamente rilevante, avviamo percorsi alla lettura, insegniamo a leggere ai migranti, facciamo formazione, perché snaturare questo lavoro?».
Hanno perciò deciso di scrivere all’arcivescovo Corrado Lorefice perché prenda una posizione e ripristini l’ordine. La missiva è stata spedita insieme a circa duemila firme in sostegno della biblioteca.
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