La nuova rete ospedaliera, varata dal governo regionale e approvata in questi giorni dal ministero, non prevede più la struttura specialistica del Comune etneo. Preoccupato per la scelta il primo cittadino ha inviato una lettera alle istituzioni competenti chiedendo di tornare indietro e mantenere aperti i locali
Biancavilla, cancellato il centro di riabilitazione Glorioso: «Ho già chiesto provvedimenti urgenti»
«Con un colpo di spugna, è stato cancellato il centro di recupero e riabilitazione di Biancavilla dalla rete ospedaliera regionale, un fatto inaccettabile, avvenuto in tempi record, senza concertazione e coinvolgimento delle realtà territoriali e delle professionalità sanitarie». Si esprime così Pippo Glorioso, sindaco della cittadina etnea, che in una lettera inviata al ministero della Salute, alla Regione Sicilia e all’Asp di Catania, ha chiesto provvedimenti urgenti «per non perdere una eccellenza della sanità pubblica siciliana». Il primo cittadino si era già espresso esprimendo la «delusione» che serpeggiava nel proprio «cuore», dopo la mancata presenza della struttura all’interno del provvedimento di riordino varato dal governo Crocetta.
Il centro di recupero e riabilitazione, attivo da oltre 40 anni, è specializzato nel trattamento delle patologie neurologiche, a partire dall’età neonatale, di traumatologie, nella riabilitazione motoria, vertebrale, reumatologica, oltre ala logoterapia e ai servizi integrati con il reparto di Ortopedia, che è in grado di fornire interventi specialistici nel trattamento della frattura del femore in 48 ore. «La struttura – scrive Glorioso – offre servizi di qualità ad un bacino d’utenza di oltre 200 mila abitanti; in media, ogni anno, vengono effettuate 30-35 mila sedute di riabilitazione, con trattamenti ambulatoriali o in day hospital che fanno del centro uno tra i migliori modelli di prestazioni sanitarie della Sicilia orientale».
«Si è ancora in tempo per risolvere queste criticità – continua il sindaco – questo non è un problema soltanto di Biancavilla, ma è un serio rischio di rendere più povero l’intero territorio e il panorama della sanità pubblica, anche nell’ottica degli ospedali riuniti con Bronte e Paternò, senza parlare dei tanti pazienti che provengono da altre parti della provincia di Catania e di Enna». «Noi daremo battaglia – aggiunge – attuando tutte le iniziative necessarie per non farci scippare ciò che di buono abbiamo». Stupito della soppressione anche Giuseppe Spampinato, direttore del Distretto sanitario CT2 dell’ASP di Catania: «Francamente sono rimasto sorpreso – spiega a MeridioNews – non comprendo questa decisione, il centro è sempre stato importante per la fascia etnea».
Il nuovo piano sanitario, tuttavia, prevede contemporaneamente un incremento di reparti nell’ospedale Maria Santissima Addolorata. Sono in arrivo Psichiatria, Cardiologia e Rianimazione, mentre la Chirurgia da semplice diventa unità complessa. Rimane ancora un giallo l’apertura del nuovo padiglione costato circa venti milioni di euro: «In questo momento non voglio esprimermi sul momento preciso della futura inaugurazione – continua Spampinato – già in passato sono state indicate delle date e non sono state rispettate». «In questo periodo – conclude – dentro la struttura sono in corso diversi collaudi».