Nel Comune etneo una postazione attiva tre giorni a settimana per aiutare commercianti e imprenditori a denunciare i propri aguzzini. Il presidente Rosario Cunsolo: «L'associazione Libera impresa esiste da tre anni e ha una cinquantina di soci ma c'è ancora molto da fare»
Biancavilla, apre lo sportello antiracket e usura «Sconfiggere la paura nel triangolo della morte»
Un nuovo sportello antiracket e antiusura a Biancavilla. Per l’apertura non è stata scelta una data qualsiasi ma quella del 23 maggio, giorno della ricorrenza della strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta. La postazione è stata voluta dal Comune biancavillese e da Rosario Cunsolo presidente dell’associazione Libera impresa. Allestita all’interno di villa delle Favare, lo sportello è attivo tre volte a settimana: lunedì, mercoledì e venerdì. Gli obiettivi sono quelli di fornire, con assoluta discrezione, assistenza e sostegno legale, economico, fiscale, contrattuale e psicologico a quanti richiederanno supporto. Dare quindi una mano concreta alle vittime di richieste estorsive di usurai e mafiosi anche attraverso la consulenza legale per la costituzione di parte civile nei procedimenti giudiziari.
La struttura è in collegamento con le forze dell’ordine, magistratura e prefettura. Formalmente lo sportello era stato avviato a metà marzo, dinanzi alle istituzioni locali ma con la presenza di pochi commercianti e imprenditori. Da quel giorno qualche passo avanti è stato fatto, come sottolinea il presidente Cunsolo: «Sono una cinquantina i commercianti e gli imprenditori che hanno aderito alla nostra associazione. Abbiamo anche avuto modo di individuare tre persone che non sono nostri associati e che potrebbero essere vittime del racket. Abbiamo avviato dei contatti con l’obiettivo di fare loro vincere la paura e denunciare». Libera impresa ha delle sedi nei Comuni di Acicatena, Biancavilla e uno sportello a Adrano. Proprio sulla mancata collaborazione con la giustizia nel cosiddetto Triangolo della morte (Paternò, Biancavilla e Adrano, ndr) si era concentrato a luglio dello scorso anno il procuratore aggiunto – oggi reggente – della procura di Catania Michelangelo Patanè. Nel corso della conferenza stampa dell’operazione Time out, che decapitò i vertici del clan Scalisi di Adrano, il magistrato denunciò: «L’indagine è stata fatta soltanto sulla base di accertamenti tecnici e intercettazioni, ma è mancato il contributo dei cittadini, salvo due casi in cui le vittime hanno denunciato l’estorsione subita».
Tuttavia l’azione dell’associazione Libera impresa si caratterizza anche per il lavoro di sensibilizzazione e informazione nelle scuole «con testimonianze di magistrati e cittadini che hanno trovato la forza di reagire e affidarsi alle istituzioni. In questi tre anni di attività tanto è stato fatto, ma tanto c’è da fare». Soddisfatto il primo cittadino di Biancavilla Pippo Glorioso: «La presenza dello sportello è un chiaro messaggio di legalità per tutto il territorio». Un’apertura che segue ad altre iniziative, come la delibera antiracket che ha previsto una serie di agevolazioni e detrazioni fiscali per quanti denunciano l’estorsione.