Biancavilla, 12 anni a La Delfa per tentato omicidio Secondo il gup sparò per gelosia ad Antonio Erba

È stato condannato a 18 anni di carcere Marcello La Delfa, 35 anniaccusato del tentato omicidio del 30enne Antonio Erba. L’uomo avrebbe esploso quattro colpi di pistola il 5 agosto dello scorso anno, all’angolo tra via Etnea e via San Zenone, a Biancavilla, perché convinto che la vittima continuasse ad avere una relazione con la moglie. La sentenza di condanna di primo grado è stata emessa dal gup Pietro Currò, con una riduzione di un terzo per via del rito abbreviato. Il pubblico ministero Michela Maresca aveva chiesto per l’accusato 21 anni di carcere. La Delfa, una volta scontata la pena effettiva di 12 anni, dovrà sottostare per altri tre anni alla libertà vigilata. La condanna prevede anche il risarcimento dei danni, da definire in sede civile: al momento è stata riconosciuta una provvisionale di 50mila euro

A seguito dell’agguato il muratore biancavillese è rimasto paralizzato dalla cintola in giù, bloccato su una sedia a rotelle. Per sei mesi la vittima è rimasta ricoverata presso l’unità spinale dell’ospedale Cannizzaro di Catania, poi è stato ospitato per alcune settimane nella struttura Cenacolo Cristo Re di Biancavilla. Adesso si è trasferito in una casa a Ragalna, adattandola alle sue esigenze. 

Il lavoro d’indagine e l’impianto accusatorio hanno dunque retto. Prima dell’agguato La Delfa, pregiudicato, avrebbe minacciato Erba. A quanto pare c’erano stati diversi episodi. La vittima aveva subito l’incendio della sua macchina, una Ford Focus data alle fiamme in via Palmiro Togliatti. Come detto, secondo gli inquirenti il movente era passionale. Dalle indagini condotte dai carabinieri sarebbe emersa una breve relazione, finita sul nascere, tra Erba e la moglie di La Delfa. Il 30enne aveva poi scoperto la situazione familiare complicata della donna, prima separatasi dal marito per maltrattamenti e poi riavvicinatasi a lui, interrompendo il rapporto. Ma La Delfa non ne era convinto. 

Il fatto era avvenuto tra le 13 e le 13.10 del 5 agosto 2016, mentre il giovane camminava a piedi per far rientro a casa da lavoro. La Delfa avrebbe utilizzato una pistola a tamburo, sparando quattro colpi a distanza ravvicinata. Il giovane muratore rimase a terra terra, a faccia in giù, in una pozza di sangue. A tenerlo vigile e a rassicurarlo, in attesa dell’ ambulanza, fu un carabiniere di Biancavilla. Dopo i primi soccorsi da parte dei medici, il giovane fu trasportato con l’elisoccorso del 118 al Cannizzaro di Catania. Subito dopo l’agguato La Delfa era scappato, ma era stato rintracciato dai carabinieri di Paternò, grazie al segnale gps del suo cellulare, a Giardini Naxos, nel Messinese, dove si trovava assieme alla moglie.


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