«L’avversario è forte, ma avrò il pubblico dalla mia parte» diceva Giancarlo Bentivegna alla vigilia del match che sarebbe potuto valergli il titolo italiano dei pesi superleggeri. E invece proprio quel pubblico lo ha tradito. Una figuraccia in diretta nazionale, dopo il verdetto che ha segnato la sconfitta del pugile palermitano decine di persone hanno scavalcato le transenne per inseguire l’arbitro e i giudici, costretti alla fuga. Scene simili a quelle di una guerriglia urbana quelle viste all’interno del Palaoreto quando l’arbitro ha sospeso l’incontro per poi fermarlo definitivamente dopo aver controllato la profonda ferita allo zigomo che Bentivegna si era procurato durante la settima ripresa. Attimi di tensione, con alcuni esagitati che sono saliti sul ring urlando slogan e minacce e persino una sorta di petardo lanciato verso il quadrato.
Poco interessante, a questo punto, diventa la cronaca sportiva, con Giancarlo Bentivegna pronto a dare il massimo tra le mura amiche del palazzetto di via Santa Maria di Gesù. In centinaia a gremire gli spalti e a incitare il boxeur della palestra popolare con cori e striscioni. E propiziatorie anche le vittorie nei due match precedenti all’incontro clou dei palermitani Giovanni D’Antoni e Ignazio Crivello. Gli ingredienti per la grande festa di sport c’erano tutti. Nonostante la scelta di parte del tifo, quello organizzato, che ha preferito voltare le spalle verso il ring durante l’esecuzione dell’inno nazionale, accompagnato dai fischi. Nelle prime riprese, comunque piuttosto equilibrate, Massimiliano Ballisai, sfidante torinese di Bentivegna, è apparso più vivace del pugile palermitano, che però è cresciuto col passare del tempo fino a chiudere una sesta ripresa molto buona. Poi la settima, il colpo e la ferita allo zigomo, l’arbitro che ferma la gara, Ballisai che vince ai cartellini (votazione dei giudici 66-66, 65-67, 65-67) e Giancarlo Bentivegna che rientra nel tunnel verso gli spogliatoi. Solo, senza che nessuno gli dedicasse nemmeno uno sguardo, mentre i facinorosi gli rubavano la scena.
Andato via anche l’arbitro l’ira dei tifosi si è riversata prima contro i giudici, poi contro un altro spettatore che dagli spalti, disgustato dallo spettacolo, aveva avuto l’ardire di urlare contro di loro «vergogna» e «siete solo dei mafiosi». L’arrivo della polizia ha scritto la parola fine sull’ennesima occasione persa della città di Palermo. L’immagine simbolo della serata e del forte disagio procurato e diffuso in diretta Tv è quella di un padre fermo di fronte all’uscita del Palaoreto, che intimava agli scalmanati di fermarsi, mentre un altro genitore portava fuori il suo bambino in lacrime. La notte della grande boxe a Palermo è conclusa poco dopo le 23, con gli accorati discorsi tra gli agenti di polizia e qualche ultrà.
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