Continuano a far discutere i blocchi di cemento in centro. Altri messaggi sono stati dipinti su corso Vittorio Emanuele. Intanto il consigliere comunale Igor Gelarda afferma che presenterà in consiglio la richiesta di installazioni alternative. «L'impatto estetico e psicologico è completamente diverso»
Barriere antiterrorismo, spuntano nuove scritte Mentre il M5s pensa ai dissuasori a scomparsa
Sembrano diventati i mezzi privilegiati per comunicare, complice anche la loro posizione centrale e strategica: i new jersey, il nome tecnico dei blocchi di cemento adottati dalla città di Palermo come misura di sicurezza antiterrorismo, continuano a riportare nuove scritte e nuovi messaggi politici. Questa volta è il turno di quelli posizionati in corso Vittorio Emanuele, a ridosso dei Quattro Canti. Un messaggio questa volta che sembra provenire dall’altra parte della barricata rispetto al messaggio neofascista al teatro Massimo e cancellato ieri dagli operai della Rap. Ci sono le bandiere italiana e spagnola, quasi a sottolineare una sorta di gemellaggio tra le due nazioni, e un messaggio che rivendica No alla pace. Mentre No future è uno dei più celebri slogan nichilisti del gruppo punk Sex Pistols, che dal 1977 in poi ha avuto molto seguito e sembra tornare di moda in questi tempi di perenne precariato.
Intanto il M5s, attraverso il consigliere comunale Igor Gelarda, annuncia che al posto dei new jersey chiederà i dissuasori a scomparsa, come esistono già da tempo in altre città della Sicilia, prima tra tutte Caltanissetta. «L’impatto estetico e psicologico rispetto ai blocchi di cemento – scrive il segretario provinciale del sindacato di polizia Consap – è completamente diverso, mentre la funzionalità la stessa. I blocchi di cemento, ora messi pure nelle vie del centro di Palermo, ci ricorderanno ogni giorno che siamo in pericolo. Ci faranno odiare, avere paura e sdegno. E poi possono essere utili anche per chiusure temporanee al traffico o manifestazioni».