«Riprendiamo uno spazio per venire incontro a un bisogno reale che è quello delle famiglie immigrate che abitano il quartiere. Si tratta per lo più di madri lavoratrici straniere che lavorano e, non potendo godere delle nostre famiglie allargate, non sanno dove lasciare i bambini perché le liste degli asili nido sono pienissime». Nel cuore di Ballarò, diventato ormai da tempo il quartiere multietnico della città, l’associazione Kala onlus riapre lo spazio ludico – educativo Il Giardino di Madre Teresa, dedicato ai bambini e alle bambine di età compresa tra 1 e 5 anni. E la direttrice Rosita Marchese sa bene che «in questa città i servizi per l’infanzia sono carenti», per cui dopo due anni e mezzo di stop è riuscita, grazie al supporto del Comune e del presidio scolastico Verga dell’Istituto comprensivo Nuccio (che mette a disposizione gli spazi), a riprendere in mano il progetto.
Al momento i bambini e le bambine iscritte in questo nuova sede in piazza Origlione sono una quindicina, ma secondo chi lavora al Giardino «vista la mole di richieste torneremo a breve ad avere quei cinquanta bambini che c’erano nella vecchia struttura». Una vicenda articolata, quella dell’asilo multietnico: nel dicembre del 2014 la vecchia struttura, posta a pochi numeri civici di distanza dall’attuale, era stata chiusa poiché erano state riscontrate delle anomalie. L’immobile era stato affidato inizialmente all’associazione dalla Curia di Palermo, tramite la Caritas diocesana, ma il terreno su cui è stato costruito è risultato essere un’area di verde pubblico. In attesa di tornare nella vecchia sede, ora però c’è spazio per la festa. «Grazie all’impegno dell’amministrazione comunale – continua Marchese – siamo riusciti a riaprire questo spazio. Abbiamo tanti volontari e tanti sostenitori con cui abbiamo portato avanti questo lavoro e che soprattutto ci hanno aiutato a riacquistare tutte quelle attrezzature e quei giocattoli che servono per i bambini. Avevamo tutto dall’altro lato ma a Pasqua dell’anno scorso abbiamo subito un furto e molte cose sono andate perdute».
All’inaugurazione di questo pomeriggio, tra i bambini che scorazzavano felici e chiassosi negli spazi, era presente anche Massimo Castiglia di Sos Ballarò: «Devo dire che in questi due anni e mezzo di chiusura del giardino il carico si è spostato sul centro salesiano di santa Chiara, però con numeri assolutamente troppo alti rispetto a quelle che sono le istanze dell’oratario. Questo è un percorso che l’assemblea pubblica di Sos Ballarò ha fortemente sostenuto. È bello che questo servizio sia dentro una scuola pubblica, è un esempio che si potrebbe applicare anche in altri quartieri, mettendo insieme privato sociale e istituzione pubblica per dare servizi che al momento latitano
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