«Non vedo una progettualità dietro certe dichiarazioni»: così Gino Gandolfo, della rete Mettiamoci in gioco, boccia le misure accennate ieri dal sindaco. «Prima si deve creare un regolamento, che deve essere approvato dal Consiglio. I tempi sono lunghi»
Azzardo, i dubbi sull’ordinanza annunciata da Orlando «Finora non ha coinvolto il mondo dell’associazionismo»
Di innovativa non è innovativa, ma l’ordinanza sperimentale sul gioco d’azzardo annunciata ieri dal sindaco Orlando in ogni caso fa già discutere. Un colpo a sorpresa, quello del primo cittadino palermitano, sferrato a margine del convegno organizzato dalla fondazione anti-usura. E che però ha lasciato di stucco chi da tempo si occupa del contrasto a slot machines, gratta&vinci, scommesse, lotterie, sale bingo e affini. «Mi ha spiazzato, non ha coinvolto il mondo dell’associazionismo – dice Gino Gandolfo, di Mettiamoci in Gioco Sicilia – Non so se è stato uno spot in un certo senso elettorale. D’altra parte il sindaco è un battitore libero. Noi finora l’abbiamo incontrato una sola volta, abbiamo più volte chiesto un confronto. Non vedo dietro una progettualità, insomma, dietro quelle dichiarazioni. Se non ci si siede davanti un tavolo, intendo tutti coloro che siamo impegnati in questa battaglia, che senso ha? Temo che Orlando abbia rilasciato quelle frasi in un certo senso perché sentiva di doversi pronunciare sul tema».
Anche le vaghe misure accennate da Orlando, come il divieto di installazione delle slot machine nelle vicinanze dei cosiddetti luoghi sensibili, non costituiscono una novità. L’interdizione entro i 500 metri delle macchinette da scuole e ospedali è una scelta che già un discreto numero di Comuni in tutta Italia ha attuato; e i primi a effettuare una disposizione del genere lo hanno fatto ben dieci anni fa. Una misura del genere, dunque, non costituirebbe certamente un’innovazione. «E poi, prima di poter attuarla – aggiunge Gandolfo – si deve creare un regolamento comunale, che deve essere approvato dal consiglio e prima ancora ci si deve lavorare, poi si deve scrivere e portare in aula. I tempi dunque sono abbastanza lunghi. Noi abbiamo fatto sempre rete, ma mi pare che il contrasto all’azzardo stia diventando una sorta di medaglia di cui fregiarsi. Penso ad esempio al M5s: quando era opposizione ha combattuto fianco a noi in questa battaglia, ora che i pentastellati sono al governo attuano misure flebili».
Il riferimento è evidentemente al decreto dignità, che tra le varie misure al suo interno ha previsto pure il divieto di pubblicità all’azzardo, sul modello di quello che accade con le sigarette. «Ma la pubblicità si continua a fare – nota Gandolfo – quindi viene da chiedersi quando questo decreto diventerà attuativo, quando verranno multate le società? Sembra tutto campato in aria». In ogni caso, poi, Palermo da una manciata di anni vede tra i principali sostenitori di iniziative culturali proprio le multinazionali del settore: Lottomatica, ad esempio, ha finanziato il restauro della Palazzina Cinese, mentre Sisal è stata tra i big sponsor di Manifesta. Col Comune che ha usufruito di questi fondi, non senza polemiche. «Una mancia rispetto agli incassi miliardari che fanno questi colossi economici – dice Gandolfo – in quella che è un’operazione di maquillage per il mondo dell’azzardo. E spiace constatare che molti sindaci prestano il fianco. È come se i produttori di cannabis facessero una donazione al Comune per creare parchi giochi per i bambini e in questo modo riabilitarsi».