Presto Avola avrà una nuova spiaggia. È l’effetto del secondo step dei lavori di difesa della costa, che «prevedono il ripascimento della sabbia da cava certificata per combattere il dissesto idrogeologico del nostro territorio – spiega il sindaco Luca Cannata –. Ciò significa tutela e valorizzazione delle nostre coste e maggiori opportunità turistiche». Di tutt’altro avviso gli ambientalisti locali che denunciano come l’intervento sia costoso, ma per nulla risolutivo, visto il rischio di durare appena qualche mese.
I lavori, finanziati dal ministero dell’Ambiente con il commissario per il dissesto idrogeologico, interessano il lungomare Tremoli e prevedono appunto la creazione di una nuova spiaggia che si estende per un centinaio di metri a partire da contrada Falaride. Nei giorni scorsi alcuni bagnanti hanno sollevato preoccupazioni circa l’alterazione del colore del mare in prossimità della riva, conseguenza delle operazioni di posa della sabbia che, come ha precisato il primo cittadino, è stata prelevata da una cava ex marina e approvata dall’assessorato Territorio e Ambiente regionale a seguito di valutazione di impatto ambientale.
«Nessun inquinamento, ma sabbia che dovrà ulteriormente sedimentare – spiega Cannata -. Con i tecnici stiamo verificando di continuo che il tutto sia fatto secondo compatibilità ambientale. È stato condotto uno studio granulometrico sedimentologico mineralogico di compatibilità della sabbia. I lavori andavano fatti anche in questo periodo per motivi meteo marini».
Interventi che, però, hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca agli ambientalisti come Saro Cuda, storico ambientalista di Avola: «La spiaggia artificiale verrà distrutta dalle prime mareggiate – dichiara a MeridioNews –. È come sparare la neve artificiale, dopo un po’ va via. Il prossimo anno probabilmente toccherà ripetere le stesse operazioni».
La prima tanche del progetto ha visto l’installazione dei pennelli per la protezione del litorale da eventuali erosioni. «In alcuni punti della costa – continua l’ambientalista – era necessario mettere una serie di massi per evitare eventuali erosioni, ma si tratta comunque di interventi sui cui non c’è una certa sicurezza, lo studio delle correnti varia nell’arco degli anni. È illusorio pensare che questo tentativo di creare una spiaggia artificiale in una zona costituita da costoni e calette durerà più di una stagione, perché non ci saranno apporti fluviali. La sabbia che forma le nostre coste arriva dalla montagna con le piogge: scorre lungo le cave e poi si deposita a mo’ di ventaglio nell’arenile – spiega Cuda –, si dovrebbe puntare su quella, anche sistemando quelle zone in modo da impedire ai massi di venire giù e di far scorrere la sabbia direttamente a mare così da formare i litorali».
I lavori saranno conclusi entro il mese corrente e proseguiranno l’anno prossimo con la terza e ultima tranche del progetto, per la quale sono stati stanziati 10 milioni di euro del Patto per la Sicilia, che prevede tra l’altro l’installazione di nuovi pennelli. «Abbiamo già speso cinque milioni di euro, così dopo avere reso il nostro mare pulito adesso avremo spiagge più larghe», promette il sindaco.
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