Avola, figlia del boss vende piante senza autorizzazione La licenza è stata revocata dopo l’interdittiva antimafia

Un verbale di illecito amministrativo è stato notificato a Desire Crapula. La 30enne figlia di Michele Crapula, boss dell’omonimo clan avolese, avrebbe abusivamente aperto al pubblico il negozio di fiori senza alcuna autorizzazione. All’attività commerciale, infatti, è stata revocata la licenza in seguito all’informazione di interdittiva antimafia emessa dal prefetto di Siracusa, durante lo scorso luglio.

In particolare, i poliziotti hanno colto alcuni signori mentre uscivano dall’immobile dopo aver effettuato l’acquisto di una pianta. Anche dopo la revoca delle licenze commerciali, all’interno dei locali sarebbe infatti rimasta la merce. Al momento del controllo da parte delle forze dell’ordine, Desire Crapula non era presente ma c’era un suo storico collaboratore in compagnia della fidanzata. 

Secondo ambienti investigativi si tratterebbe più di un gesto di sfida che di un semplice atto di furberia. La donna, oltre a essere la figlia del capomafia detenuto al carcere duro del 41bis, è la moglie di Francesco Giomblanco e, insieme a lui, è stata interessata dall’indagine in cui è coinvolto anche l’onorevole Pippo Gennuso per voto di scambio

Nell’ordinanza si fa riferimento alla donna quando alcuni uomini di Floridia vanno a bussare alla sua porta per chiederle il permesso di punire Massimo Rubino (accusato di aver fatto da mediatore tra il deputato e il clan Crapula) per aver infastidito una donna. E lei sembra intenzionata a dare il via libera. «Magnaccio – dice di Rubino, raccontando l’episodio al marito (pure lui arrestato lo scorso aprile) – che amici di mio padre mai ne hanno ‘ncuitatu (importunato, ndr) femmine dentro casa, hai capito? Ora quando ci vanno i floridiani a casa sua e lo gonfiano tutto, poi caso mai viene da te. Nuddru o munnu, nuddru o munnu copre la spazzatura, poi glielo dico io chi è mio padre ad Avola».

Marta Silvestre

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