«Con grande rabbia e indignazione oggi, per la prima volta, abbiamo dovuto deliberare la sola proroga giuridica dei rapporti di lavoro a tempo determinato degli 85 lavoratori precari del Comune di Augusta». Queste le parole con cui la sindaca pentastellata di Augusta, Maria Concetta Di Pietro, ieri ha annunciato la sospensione effettiva dei contratti di lavoro per circa un terzo dei dipendenti precari dell’ente che, dopo essere stato sciolto per mafia nel 2013, si trova a dover affrontare un grave dissesto finanziario.
A partire da domani i precari della Polizia municipale e da lunedì quelli degli altri uffici non potranno né lavorare né percepire lo stipendio, già ridotto dall’inizio dell’anno dopo la riduzione del monte ore mensile. La proroga dei contratti a zero ore e zero euro è un problema drammatico non solo per le 85 famiglie augustane ma anche per la macchina amministrativa che si troverà a dover fare a meno di circa un terzo della forza lavoro.
«Mentre noi siamo qui in presidio al Comune – hanno detto ieri a Meridionews alcuni lavoratori precari, che preferiscono rimanere anonimi per timore delle conseguenze delle loro parole – la sindaca è fuori sede e questo ci sembra fatto proprio a regola d’arte da parte di una amministrazione che ha preferito non assumersi nessuna responsabilità politica, temendo di non avere le spalle coperte dalla Regione. Dopo 25 anni di lavoro precario fatto di contratti che ci venivano rinnovati prima per cinque anni, poi di anno in anno e, ultimamente addirittura, di mese in mese – hanno denunciato i precari – adesso ci tocca stare qui ad aspettare di capire cosa ne sarà del futuro nostro e della nostra città».
Un ulteriore emendamento regionale che stanzia circa 200mila euro per i precari dei Comuni in dissesto potrebbe arrivare in aula al governo regionale nei prossimi giorni, nell’attesa che il consiglio dei ministri ratifichi altri 550 milioni di euro alla Regione. «Sono mesi che diciamo ai lavoratori e ai sindacati – ha affermato Mauro Caruso, capogruppo del M5s in consiglio comunale – di non fare la guerra dentro le mura del Comune perché il problema viene da fuori. Nelle condizioni in cui versa – ha aggiunto – il Comune non può più anticipare nemmeno un centesimo per questi lavoratori. Nell’ultimo periodo abbiamo centellinato le risorse per arrivare più in là possibile sperando che, nel frattempo, questa situazione a livello regionale si sbloccasse. L’emendamento dei 200mila euro cui adesso l’Ars sta cercando di provvedere – ha detto Caruso – è solo elemosina. Per liberare queste 85 persone da anni di ricatti politici in cambio di un posto di lavoro, c’è bisogno di soluzioni definitive: stabilizzare o fare un concorso pubblico come prevede la legge».
Tra proroghe più o meno effettive, interpretazioni discordanti delle norme regionali e nazionali e somme promesse non ancora stanziante, intanto da domenica sul territorio augustano ci saranno solo dieci dei trenta vigili urbani e da lunedì si svuoteranno anche alcuni degli uffici più delicati del Comune. «Dal momento in cui rimarremo a casa – hanno denunciato i lavoratori precari – ci sarà una vera e propria interruzione di servizio pubblico, il che comporterà all’ente un danno ancora più grave di cui forse l’amministrazione ancora non si è resa conto. Vista la situazione drammatica che vive il nostro territorio, si poteva fare una proroga di dieci giorni – concludono – in attesa dell’emendamento della Regione».
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