Assemblea del megafono a Tusa: sulle liste decide Crocetta

E’ in corso a Tusa la riunione di tutti i coordinatori provinciali e dei dirigenti del Megafono, il Movimento politico nato attorno al presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta. Tema: la scelta dei candidati alle elezioni politiche.

La novità, rispetto a ieri, è che, dopo il dibattito, sarà il leader del Movimento, cioè lo stesso Crocetta, ad avanzare una proposta politica ed elettorale all’assemblea. Non sarà, insomma, l’assemblea a decidere, come avveniva nelle città dell’antica Grecia e come avevamo anticipato ieri.

Sarà lo stesso Crocetta, come già accennato, a illustrare i nomi dei possibili candidati nella lista del Megafono che, com’è noto, sarà apparentata con la lista del Pd. Dopo di che l’assemblea dovrà esprimere il gradimento sui candidati. Anche se difficilmente i coordinatori del Movimento diranno “no” al loro leader.

A questa determinazione è giunti ieri sera il presidente della Regione, dopo una giornata convulsa. Perché questo cambiamento di programma? Il nodo – è inutile girarci attorno – è legato alla figura di Giuseppe Lumia, che si è auto-paracadutato nelle liste del Megafono.

Una parte della base del Movimento del presidente della Regione non considera Lumia il migliore degli alleati possibili e non lo vorrebbe in lista. Questo perché Lumia – piaccia o no allo stesso Lumia e ai suoi alleati, con in testa Cnfindustria Sicilia – rappresenta un modo ormai logoro e superato di fare politica: ovvero il ricorso sistematico al clientelismo alla stato puro dietro il paravento di un’antimafia di facciata.

Per tagliare la testa al toro – o forse per evitare che l’assemblea di oggi, a Tusa, possa fare la fine delle primarie del centrosinistra di Palermo del 4 marzo dello scorso anno, quando ‘truppe cammellate’ estranee al centrosinistra hanno determinato la sconfitta di Rita Borsellino – Crocetta ha avocato a sé la decisione.

Non è una marcia indietro rispetto alla convocazione dell’assemblea dei coordinatori del Megafono, ma è comunque un passo indietro rispetto al programma annunciato ieri: un passo indietro resosi necessario, secondo ambienti vicini al presidente della Regione, per tutelare la democrazia.

Detto questo, l’eventuale presenza di Lumia nella lista del Megafono è una contraddizione politica rispetto a un Movimento che vuole innovare la stessa politica.

Lumia, come già accennato, rappresenta il vecchio della politica siciliana e dello stesso Pd dell’Isola: tant’è vero che lo stesso Lumia ha preferito non partecipare alle primarie del Pd, dove sarebbe stato battuto dalla base del suo Partito che non lo sopporta più.

Il suo eventuale recupero nella lista del presidente della Regione si annuncia come la solita, gattopardesca operazione di trasformismo politico.

Bisogna comunque rendersi conto che Crocetta, per governare la Sicilia, ha bisogno del Pd. Soprattutto se Bersani vincerà le elezioni (cosa di cui non c’è più la matematica certezza, sia perché Berlusconi è in netto recupero, sia perché al Senato non è da escludere un possibile ‘pareggio’).

La situazione finanziaria della Regione che il precedente Governo regionale di Raffaele Lombardo ha lasciato in eredità a Crocetta è drammatica. I quattro mesi di esercizio provvisorio sono stati necessari perché senza le risorse finanziarie dello Stato il bilancio 2013 della Sicilia non potrà essere approvato da Sala d’Ercole.

Sotto questo profilo, la presenza di Lumia nelle liste del Megafono, anche se non esaltante, diventa una necessità. Bisognerà capire, a questo punto, che tipo di compromesso Crocetta sarà costretto raggiungere con i signori del Pd.

Crocetta, comunque, ha un ampio margine di manovra: perché là dove è riuscito a districarsi senza la nefasta influenza ‘democristiana’ del Pd siciliano ha fatto cose buone. Mentre le cose peggiori – come la vergognosa proroga degli Ato rifiuti (le clientele di Confindustria Sicilia), o la sceneggiata napoletana sulla proroga ‘elettorale’ dei contratti a 30 mila precari – le ha fatte perché, di fatto, imposte dal Pd.

Per non parlare delle pessime nomine della sanità, dove il Governo Crocetta è stato costretto perfino a penalizzare chi si è opposto alla privatizzazione della cardiochirurgia in Sicilia. Una vera e propria schifezza di cui qualcuno si dovrebbe vergognare. 

Nonostante ciò, lo ripetiamo, Crocetta gode di un buon potere contrattuale. Per due motivi.

Primo motivo: è il presidente della Regione e, anche se una parte non minoritaria degli assessori della sua giunta è al soldo di Pd e Udc, tocca a lui l’ultima parola.

Secondo motivo (il più importante): se si dovesse sciogliere anticipatamente l’Assemblea regionale siciliana – cosa molto improbabile, soprattutto nei primi due anni e mezzo di legislatura – Crocetta prenderebbe una barca di voti, mentre il Pd siciliano scenderebbe sotto l’attuale 14 per cento.

 

 

 

 


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