«Abbiamo dato i migliori anni della nostra vita all’azienda, e per tutta risposta l’Asp di Palermo vuole assumere altra gente al nostro posto. Io il 18 dicembre festeggio, se così si può dire, 30 anni di precariato. Ma non sono l’unica. C’è chi in attesa di una stabilizzazione è diventato nonno». La signora Maria guarda sconsolata i propri colleghi, in protesta a piazza Ziino davanti la sede dell’assessorato regionale alla Salute. I 647 precari dell’Asp di Palermo attendono da tempo la stabilizzazione che la cosiddetta legge Madia, approvata nel 2017, mirava a far ottenere agli storici precari delle varie amministrazioni pubbliche.
In questi mesi ne hanno usufruito numerosi colleghi, sia al Comune di Palermo che in provincia. Loro no, restano nel limbo dopo oltre 25 anni di precariato: pur in presenza di una legge nazionale, di una legge regionale e di varie circolari assessoriali che garantiscono le procedure di stabilizzazione già applicate nella Regione Siciliana. «Questa è una prima giornata di sciopero, e ne sono previste altre due il 6 e il 7 novembre nel caso in cui l’assessorato alla Salute non intervenga in maniera autorevole su quello che è il piano di fabbisogno che l’Asp ha modificato, cancellando dal piano 500 amministrativi pur di non applicare all’intera platea dei precari la legge Madia – dice Giuseppe Forte, vicesegretario della Fials Palermo – Di fronte alle circolari dell’assessorato al Lavoro prima e alla Salute poi, che hanno sancito l’applicazione dell’art.20 comma 1 della legge Madia per tutti, l’amministrazione ha agito autonomamente. E dire che si tratterebbe semplicemente di cambiare il contratto da determinato a indeterminato, così come è già avvenuto per fisioterapisti, ostetrici e tutti gli altri medici. L’Asp con 17 atti amministrativi ha infatti stabilizzato tutti, tranne gli amministrativi».
Ma come mai questa scelta in controtendenza, mentre molte amministrazioni pubbliche stanno invece provvedendo a stabilizzare molti storici precari? «In generale la direzione non coinvolge le organizzazioni sindacali – commenta Forte – Nello specifico all’Asp di Palermo si è scelto di applicare la legge Madia in maniera fuorviante: il provvedimento infatti prevede semplicemente la trasformazione dei contratti di lavoro, mentre l’Asp di Palermo ha emanato un bando rivolto a 347 soggetti, cambiando anche la qualifica. Mentre nella legge Madia è previsto che il profilo lavorativo non si può cambiare: se eri cioè al livello B come precario, lo dovrai essere anche nel passaggio indeterminato. La cosa più grave è che per far questo si stanno utilizzando soldi pubblici».
Intanto il limbo resta, e rischia di soffocare chi ci sguazza da tempo, troppo tempo. «Come si vive da precari a vita? Con un’ansia perenne, con una spada di Damocle sulla testa – dichiara Lucia – Non possiamo ottenere neanche un prestito in banca o attraverso una finanziaria, perché quello che possiamo fornire è semplicemente la proroga di un contratto a tempo determinato». Le fa eco Giuseppe: «Alcuni di noi sono andati in pensione restando precari – afferma – Abbiamo acquisito professionalità importanti, l’azienda ci ha fatto partecipare a corsi di aggiornamento. Nel 2016 l’ex direttore Candela ci aveva definito personale insostituibile. Firmiamo provvedimenti importanti. E ci chiedono ora di dimostrare se siamo idonei. Ci sono i soldi, c’è la legge, manca la volontà. Ma poi con che faccia, se io dovessi essere stabilizzato e la mia collega a fianco no, potrei andare al lavoro? Bisogna stabilizzare tutti».
A creare ulteriore confusione è poi la distinzione che va avanti da anni tra fabbisogno dell’azienda e pianta organica. Anche se proprio la legge Madia ha provato a far chiarezza. «A luglio del 2018 entra in vigore la nuova disposizione attuativa per le nuove piante organiche – osserva Forte – In maniera particolare per le aziende sanitarie viene previsto che se sei a tempo determinato automaticamente rientri nel fabbisogno, e viene cancellato il termine giuridico di pianta organica che aveva dei limiti. Cosa fa invece l’azienda sanitaria provinciale di Palermo? Cancella dal fabbisogno gli amministrativi, dichiarando che non servono pur essendoci. Quindi dovrebbe licenziarli. Ecco perché l’azienda ha previsto un bando, per assumere nuovo personale al posto di quello che ha lavorato per anni. Con la promessa che questi ultimi saranno destinati altrove, ad altre municipalizzate, pur se il governo Musumeci ha annunciato l’ingresso di altri cinquemila precari. Questo avviene solo all’Asp di Palermo. Solo per dire, a Ragusa ne stanno stabilizzando 300. Chiediamo quindi di revocare i concorsi pubblici in atto. E denunceremo l’amministrazione per condotta antisindacale».
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