Uno scrigno barocco, stile caro alla Sicilia

La splendida chiesa del Gesù Nuovo a Napoli si trova nella omonima piazza del Gesù, una piazza ricca di capolavori che comprende anche il gotico monastero di Santa Chiara con il bellissimo campanile, che tra poco sarà riaperto al pubblico, e l’affascinante guglia dell’Immacolata. Ma la chiesa del Gesù Nuovo non è solo una delle più belle chiese monumentali di Napoli e vero capolavoro dell’arte barocca ma è anche un edificio che per secoli ha fatto parlare di sè per un mistero tutto napoletano svelato solo qualche anno fa.

Il suo magnifico bugnato, che anni fa finì anche sul retro delle diecimila lire, riportava dei segni, delle scritte sulle bugne sul cui significato per secoli c’è stato un alone di mistero. C’era chi parlava di occulto, chi di alchimia e chi dei segreti che i maestri pipernai si trasmettevano oralmente. Altri sostenevano che le scritte sarebbero servite a convogliare le energie positive dall’esterno all’interno dell’edificio alimentando le tante leggende sorte attorno al palazzo. 

Altri invece sostenevano che fossero solo i simboli delle diverse cave di piperno dalle quali provenivano le pietre. Ma solo di recente il segreto della chiesa del Gesù Nuovo è stato svelato. I simboli incisi sul bugnato della facciata della bella chiesa del 1584 sono lettere dell’alfabeto aramaico, la lingua parlata da Gesù, che possono essere anche suonate. Sono solo sette segni e ognuno corrisponde a una delle note. Infatti osservando bene le pietre nere vulcaniche si scoprono dei segni di circa dieci centimetri che sono lettere aramaiche. Lette in sequenza da destra a sinistra, guardando la chiesa, dall’edificio del liceo Fonseca a quello del liceo Genovesi, e dal basso verso l’altro, le incisioni, possono essere tradotte in note, e la loro combinazione crea una musica della durata di quasi tre quarti d’ora. 

La musica scolpita nella facciata di questo pentagramma a cielo aperto, è stata decifrata da uno storico dell’arte, Vincenzo De Pasquale, specializzato nel Rinascimento napoletano che ha lavorato assieme a un padre gesuita ungherese, esperto di aramaico, nella cittadina ungherese di Eger quasi ai confini con l’Ucraina. Un musicologo ungherese, Lòrànt Réz, è poi riuscìto a far concordare lettere e note, abbozzando lo spartito. I segni che sono incisi sul bugnato della facciata del Gesù Nuovo sono dunque la partitura di un concerto per strumenti a plettro (mandole e affini) che fu anche eseguito tempo fa proprio nella chiesa per celebrare la scoperta.


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