Polemica sullo spot di Musumeci sul no alla rassegnazione Pd: «Non faccia pagare ai siciliani la campagna elettorale»

«Abbiamo tutti capito che Musumeci si ricandida ma la campagna elettorale non la faccia pagare ai siciliani». L’anno delle Regionali si apre con una polemica che molto probabilmente da qui in avanti registrare altre repliche: con il voto per il rinnovo dell’Ars all’orizzonte, i politici siciliani – compresi chi siede ai posti del governo – si muovono tra attività quotidiana e il pensiero inevitabile alla campagna elettorale. In tal senso a finire nel mirino delle critiche del Partito democratico è stato il presidente della Regione Nello Musumeci e lo spot dal titolo No alla rassegnazione che da qualche giorno è diffuso su alcune emittenti televisive siciliane. 

«Da qualche giorno gira nelle Tv siciliane uno spot di circa un minuto – dichiara il segretario dem Anthony Barbagallo – che di istituzionale ha ben poco, con audio stentoreo di Musumeci e che riprende lo stesso governatore in cielo, in terra e in mare. A nostro giudizio ha le caratteristiche di uno spot di natura propagandistico-elettorale pagato però con soldi pubblici. Più volte in questi anni ci siamo lamentati di un uso distorto della comunicazione istituzionale. Ma, in questi giorni – attacca Barbagallo – è stato veramente superato ogni limite». 

Nel video Musumeci lancia un appello a non arrendersi, sottolineando che «non si arriva presto agli obiettivi ci vogliono polpacci, fiato, tenacia, costanza». Parole che vengono pronunciate mentre sullo schermo scorrono immagini che vedono protagonista il governatore, tra inaugurazioni e momenti istituzionali. Barbagallo ha annunciato di avere depositato un’interrogazione all’Ars, «per conoscere i costi esatti dello spot, quelli dell’acquisto degli spazi televisivi per la sua divulgazione, nonché in base a quali criteri sono state scelte le emittenti televisive. Ed ancora – ha aggiunto il segretario regionale del Pd – il nome del responsabile del procedimento, dell’istruttoria e del funzionario che ha sottoscritto l’atto finale e ne ha assunto la responsabilità economica. Speriamo che la risposta arrivi in un tempo congruo e non a due anni di distanza come è solito invece rispondere agli atti ispettivi questo governo». Oltre che all’Assemblea regionale siciliana, l’interrogazione è stata inviata anche alla Corte dei conti per l’ipotesi di danni erariali. «In tempi difficili e di vacche magre per le casse della Regione – ha concluso Barbagallo – chi governa dovrebbe gestire le risorse pubbliche con oculatezza e con la diligenza del buon padre di famiglia, come fanno ogni giorno tanti amministratori siciliani».


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