Il ritorno alla corsa di Anna Incerti dopo la malattia «Avevo bisogno di provare ancora questa adrenalina»

«Il grande ritorno». Potrebbe essere questo il titolo del film che racconta la nuova impresa di Anna Incerti. Location: Cittadella, località in cui una settimana fa la quasi 42enne atleta nata a Palermo e cresciuta a Bagheria ha conquistato un ottimo secondo posto assoluto – prima tra le italiane partecipanti – nella mezza maratona internazionale. L’argento ottenuto in Veneto brilla di una luce particolare. E’ il riflesso del raggio di sole che la campionessa europea di maratona ha trovato in fondo ad un tunnel stretto e buio, dominato dalla presenza di un ospite indesiderato, un meningioma alla testa per il quale è stato necessario un intervento chirurgico effettuato il 3 giugno a Udine, la città in cui vive con il marito Stefano Scaini, ex atleta delle Fiamme Gialle: «Sono stata operata nella regione parietale destra – racconta la fondista azzurra classe 1980 a MeridioNews – sono stata in ospedale per due settimane al termine delle quali ho trascorso due mesi di stop assoluto. Ho subìto un intervento piuttosto delicato e non nascondo che ho passato un periodo difficile durante il quale non sono mancati i pensieri negativi ma per fortuna ce l’ho fatta».

Titoli come l’oro agli Europei di maratona a Barcellona nel 2010 o l’anno prima ai Giochi del Mediterraneo a Pescara nella mezza maratona danno lustro a un palmares ricco e prestigioso ma l’ottimo piazzamento a Cittadella, in aggiunta a una condizione confortante, ha un sapore diverso nel percorso professionale e umano di Anna Incerti. Un gusto che può provare solo chi, reduce da una parentesi della vita in cui aveva perso determinate sensazioni e percezioni, ha riscoperto il profumo della normalità. Che nel suo caso fa rima con gareggiare: «L’ultima corsa era datata 16 maggio e non vedevo l’ora di indossare di nuovo il pettorale – confessa – l’allenamento certamente è utile ma è un contesto in cui sei da solo a gestirti e coordinare tempi, pause e ritmi. Certe risposte può dartele solo la gara e io avevo bisogno di questa adrenalina, prodotta appunto dal gusto per la competizione e il confronto con gli altri partecipanti».

Si riparte dunque da Cittadella, incipit di un nuovo capitolo in un libro con tante pagine ancora da riempire: «A proposito dello stop con cui ho dovuto fare i conti ci sono due strade, o arrendersi o cercare di andare avanti e io ho preso questa seconda direzione grazie anche alla vicinanza e al supporto morale della mia famiglia. Mi riferisco in particolare a mio marito, colui che mi ha dato tante motivazioni e che mi ha sempre spinto a guardare avanti con fiducia in un momento non facilissimo in cui obiettivamente tutto andava a rilento. Il mio ritorno alle competizioni internazionali lo dedico a lui così come a mia figlia Martina di otto anni che durante la degenza in ospedale non ho potuto vedere moltissimo. Ha dimostrato di essere una bambina molto forte e il suo affetto mi ha dato un grande aiuto. E un ringraziamento particolare va anche al mio allenatore Tommaso Ticali che, pur non essendo presente fisicamente, mi telefonava tante volte al giorno. Per me è stato davvero come un parente molto stretto».

L’operazione, in ogni caso, fa parte del passato. E’ il momento di proiettarsi verso il futuro e, navigando a vista, di scrutare nuovi orizzonti pieni di serenità ed energia positiva: «Siamo in una fase in cui non sono previste in calendario tante corse, cercherò di farmi trovare pronta concentrandomi ormai sul 2022. Lo stop forzato – ha aggiunto Incerti nel cui curriculum spiccano anche il primato italiano femminile assoluto in relazione, nel 2016, alla terza partecipazione in carriera ad una Olimpiade e la presenza costante, in bacheca, di una medaglia nella classifica a squadre nelle quattro edizioni consecutive degli Europei di maratona a cui ha partecipato – sicuramente è un’esperienza da cui, con forza e con coraggio, trarrò spunto per guardare le cose da una prospettiva diversa mettendo sempre al primo posto la salute. Penserò prima a questo, poi tutto il resto viene da sé. Un allenamento non mi soddisfa? Pazienza, la prossima volta andrà meglio. Ragionerò in questo modo avendo imparato che ciò che conta più di ogni altra cosa è stare bene».


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